L'amore al cimitero - o la quarantenne felice
“Brio, leggerezza, umorismo e
serietà”: la narratrice li trova nel libro che ha comprato, l’unico della sua
vita, per imparare a leggere, unicamente attratta dalla copertina, con una mela
spaccata, “Le regole della casa del sidro”, e con questa formula la sua autrice,
fotografa di scena e sceneggiatrice, che tanti trucchi quindi ha visto sul set,
va avanti per cinquecento pagine che si leggono con diletto – le più lette da
un paio d’anni a questa parte. La narratrice ha quarant’anni ma una schiena
dritta. È camposantara ma ben viva e vivace: quante storie ascolta, indovina e si
racconta attorno ai morti e ai visitatori, e poi le piacciono i fiori. Sulla
traccia che l’autrice le disegna subito: “Stile diretto perfetto”.
La “cosa” così ben raccontata è una
vita ardente, come a tutti piacerebbe, a quarant’anni poi. La voglia di vivere
di una donna-bambina “abbandonata alla nascita”. Anzi, data per morta.
Cresciuta tra case famiglia e affidi temporanei. Che ha trovato un posto al
cimitero di un paese della Borgogna. Al Nord dunque, ma con grandi aperture al
Sud – Marsiglia, Aix, e il nuovo amante. Reduce da un amore, il suo solo amore,
spontaneo, gaudioso, costante, ma finito nell’abbandono, repentino. Madre di
una bimba amatissima che un incendio alla colonia estiva si è portata via ai
sette anni.
Una donna che tutto sa far
rivivere, i nomi, le date, le memorie. Analfabeta ma con un distinto senso
delle parole, una volta che le ha imparate compitandole nel libro della sua
vita. E una conoscenza minuta, in originale, di tutte le hit, da Elvis in poi. Che si direbbe che stoni, e invece no.
Un racconto che marcia
spensierato, talmente è agile. E non cura le incongruenze, ci marcia sopra. Per
il desiderio inesausto che rinasce. Con l’attesa rispettosa dietro la porta, e
un baciamano. In un cimitero come un giardino, dove tutto rifiorisce, perfino i
beccamorti. La morte violenta del marito violento, e quella accidentale della
bambina alimentando la giusta tensione per tutta la lunga narrazione.
Una celebrazione della vita piena
nell’età adulta. Del desiderio di vita. Straight,
come si poteva dire un tempo, del desiderio di lei per lui, senza correzioni
politiche, o promiscuità, né dark room. Che sia
questo il segreto del successo, oltre la scrittura agile – la voglia di
“normalità”, di leggerezza?
C’è perfino Dio, nella giusta
posizione. Anche un prete, come se ne incontrano di fatto. Una favola.
Valérie Perrin, Cambiare l’acqua ai fiori, edizioni
e\o, pp. 479 € 18
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