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Che fecero insieme Virginia e Vita, la “nota saffista”
Una
prima, una chicca: una recensione grafica del volume di lettere scambiate tra Virginia Woolf
e Vita Sackville-West “per circa venti anni”, con estratti dai diari delle due
scrittrici, e lettere di Vita al marito Harold Nicolson in cui gli parla di
Virginia: “Love Letters: Vita and Virginia”. Divertita e divertente. Ironica,
ma corretta: “Per due scrittori che si appuntavano tutto è strano che ci sia
così poco di scritto sui loro incontri intimi”. Da ex adolescente rapita dalla
storia d’amore tra due scrittrici: “Il fatto che fossero entrambe donne, e
sposate a uomini non faceva che acuire la mia visione romantica del loro rapporto”,
didascalia della vignetta in cui Virginia dice: “Siamo sposate ad altre
per9sone”, e Vita obietta: “Ma tu sei la mia vera
vita”, due fumetti con asterisco: “Citazioni non vere”. Sottinteso: il
rapporto ci fu, ma di amore, di amicizia? È per questo, nota subito Pierre, che
non si è fatto il film del loro amore? O perché Vita non è un “artista” come lo
è Virginia - “la «statura» di Virginia
in quanto artista è riflessa nell’uno novanta dell’attrice Elizabeth Debicky!”
(il film è stato appena fatto, “Vita&Virginia”, ma senza scene calde, e
Debicky sovrasta Gemma Atherton di tutta la testa).
L’attrazione
c’è, al primo incontro Vita scrive di Virginia al marito come di una grande
scrittrice, comunque originale, mentre Virginia annota le “belle gambe” di
Vita, con altre caratteristiche meno lusinghiere, e la nobiltà: “È florida, mostacciuta,
colorata a pappagallo, con tutta la facile naturalezza dell’artistocrazia. … Conosce
tutti. Potrò io mai conoscere lei?”. Vita ha trent’anni, Virginia quaranta, praticamente
zitella. E poi, Virginia annota ancora, “nota saffista” – il “mostacciuta” ritornerà
in altri appunti. Ma era anche ghiotta di uomini: col marito fece due figli, uno lo fece a 22 anni, uno a 25, dopodiché
ognuno andò a letto con chi volle. Nella breve relazione epistolare con Virginia,
Vita ne ebbe una molto carnale con Violette Trefusis.
Il
punto più intimo del rapporto è forse una notte che le due amiche avrebbero
passato insieme, quando Virginia andò a trovare Vita nella sua proprietà sontuosa
di Sissinghurst: una notte che Virginia annota nei diari con un punto esclamativo. O
forse solo “Orlando”, che Virginia dedicò a Vita, su cui (sull’idea che
Virginia aveva di Vita) era modellato il gentiluomo che visse molti secoli,
sempre al centro degli eventi, alcuni secoli da uomo e altri da donna.
Summer
Pierre, cartoonist umorista, ha in cascina un album “Sylvia Plath’s Last Plan”
e un “Great Gals: Inspired Ideas for Living a Kick-Ass Life”.
Summer
Pierre, The Love Letters of Virginia
Woolf and Vita Sackville-West, “The New Yorker”, 16 luglio, free online
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