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Cronache dell’altro mondo (130)
A Vienna da qualche tempo come già a Cuba, si
avvertono nell’ambasciata americana “attacchi acustici”. All’udito. Il
bersaglio è il cervelletto. A Cuba da una dozzaina d’anni ormai. Il malessere
che colpisce i funzionari dell’ambasciata punterebbe a offuscarne il
cervelletto. Si presume, non si sa – la Cia e la dozzina di altre agenzie
americane di intelligence non ne sono
venute a capo.
Le truppe Usa non hanno ancora lasciato
l’Afghanistan, non del tutto, che il primo loro interprete è stato decapitato.
Più che forze di liberazione, quelle Usa sono, come già in Vietnam, forze d
condanna.
Il presidente Biden, che pure non ne ha sbagliata
una, nel primo semestre di governo, è in perdita di consensi, e ora raccoglie meno
approvazione dei suoi due predecessori: Obama a luglio 2013 era al 55 per cento
dei consensi, Trump a luglio del 2017 al 52. Biden è al 51 per una rilevazione
(Rasmussen), al 50 per un’altra (Gallup). Quel che è peggio, ha un alto indice
di non gradimento, il 45 per cento, gli indecisi o non informati sono pochi.
Biden non è giovanile, questo il suo principale problema. Insieme col Bif Bipartisan Infrastructure Network, da 1.200 miliardi, per energia pulita e infrastrutture: la politica bi-partisan è poco gradita, il paese è diviso.
Si può votare anche in chiesa (“Souls to the Polls”), anche prma del giorno delle
elezioni, solitamente la domenica prima del martedì elettorale, in Florida a
partire dagli anni 1990, e poi in Georgia, Texas e altrove. Non propriamente in
chiesa, ma le chiese delle congreazioni nere, metodiste, episcopaliane,
eccetera, organizzano carovane elettorali dopo il servizio religioso domenicale. Con effetto pare incisivo sulla
mobilitazione elettorale.
Obama
al secondo mandato, nel 2012, ottenne il 66,6 per cento degli aventi diritto al
voto afroamericani – si recarono a
votare cioè i due terzi degli afroamericani aventi diritto. Un punto
percentuale in più degli aventi diritto banchi.
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