Draghi attento, la giustizia è dei giudici
Se
Draghi insiste, sarà presto condannato? O la ministra Cartabia? Se insistono
nella rifomna del sistema giudiziario? Non c’è dubbio: chi ci ha provato è
finito male.
La
Cassazione ha appena finito di trasformare la condanna di Craxi per
finanziamento illecito ai partiti in corruzione personale. L’ha fato
indirettamente, riconducendo un conto svizzero del partito Socialista, di cui
Craxi si era portato titolare ma senza movimentarlo a titolo proprio, come suo
conto personale, alimentato con i proventi della corruzione. A quasi trent’anni
dal fatto, con tutte le prescrizioni comunque intercorse, la pronuncia ha un
solo significato: attenti a parlare di riforma della giustizia. Craxi ha
promosso il referendum sulla
responsabilità civile dei giudici, 1988, e da allora è stato un uomo morto.
Lo
stesso è stato fatto per Berlusconi, un altro che voleva riformare la
giustizia, creando per lui un tribunale speciale nella sessione feriale. Con un
giudice non “naturale”, scelto appositamente per irrogare la condanna.
La
Cassazione è trasparente: il sistema giudiziario non si tocca - carriere
doppie, promozioni a cielo aperto, ermellini, sentenze a babbo morto. Ha per
questo perfino protetto il giudice Carnevale, che spiegava agli avvocati come
far assolvere i mafiosi. Un blocco di potere inscalfibile.
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