martedì 13 luglio 2021

Draghi attento, la giustizia è dei giudici

Se Draghi insiste, sarà presto condannato? O la ministra Cartabia? Se insistono nella rifomna del sistema giudiziario? Non c’è dubbio: chi ci ha provato è finito male.
La Cassazione ha appena finito di trasformare la condanna di Craxi per finanziamento illecito ai partiti in corruzione personale. L’ha fato indirettamente, riconducendo un conto svizzero del partito Socialista, di cui Craxi si era portato titolare ma senza movimentarlo a titolo proprio, come suo conto personale, alimentato con i proventi della corruzione. A quasi trent’anni dal fatto, con tutte le prescrizioni comunque intercorse, la pronuncia ha un solo significato: attenti a parlare di riforma della giustizia. Craxi ha promosso il referendum  sulla responsabilità civile dei giudici, 1988, e da allora è stato un uomo morto.
Lo stesso è stato fatto per Berlusconi, un altro che voleva riformare la giustizia, creando per lui un tribunale speciale nella sessione feriale. Con un giudice non “naturale”, scelto appositamente per irrogare la condanna.
La Cassazione è trasparente: il sistema giudiziario non si tocca - carriere doppie, promozioni a cielo aperto, ermellini, sentenze a babbo morto. Ha per questo perfino protetto il giudice Carnevale, che spiegava agli avvocati come far assolvere i mafiosi. Un blocco di potere inscalfibile. 

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