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Ecobusiness
“L’altro
giorno la Commissione europea ha
comunicato che anche le produzioni di nicchia, Ferrari, Lamborghini. Maserati, McLaren,
dovranno adeguarsi entro il 2030 al full electric” – tra nove anni cioè: “Questo significa
che a tecnologia costante, con l’assetto costante, la Motor Valley la
chiudiamo”. A lamentarsi non è un arcigno difensore dell’inquinamento, né un
patito dei motori rombanti, ma il ministro per la Transizione Ecologica, Cingolani.
Uno scienziato che sa di che si parla. Motor Valley significa un distretto
industriale padano ad alta tecnologia, senza concorrenti al mondo.
Cingolani
si era già segnalato per dire quello che tutti sanno – ma non si scrive: “Se
milioni di italiani continuano a circolare su Euro 0, o 1 o 2, non è è perché
amano le auto inquinanti ma perché non possono permettersi una ibridi o una
full electric”. Ma soprattutto, cosa che solo questo sito sembra dì sapere
prospettare: “Anche ammesso che domani riuscissimo a trasformare il parco auto,
non avremmo energia rinnovabile a sufficienza”. Ricaricheremmo le batterie con
elettricità da combustibili fossili - con
molta elettricità, da molti combustibili fossili.
Si firmano carte belle e
impegnative, e si organizzano G20 per acqua e aria pulite, ma non di dice la
verità: che tre quarti della CO2 è messa in circolo da Cina e India, con la
Russia, l’Australia e gli Stati Uniti di supporto. Gli accordi di Parigi non
sono una questione di buona volontà personale, di chiudere l’interruttore della
luce, o lavorare senza condizionatori, e senza riscaldamento.
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