Ecobusiness
Il ministro dell’Ambiente Cingolani non si
smentisce: la transizione ecologica? “Confermo, potrebbe essere un bagno di
sangue”. Se non sarà graduale, e mirata sui bisogni generali e non su interessi
di parte - di mercato industriale, di mercato politico: “Per cambiare il
sistema e ridurre il suo impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali,
che hanno un prezzo. Dovremo far pagare molto la CO2, con conseguenze, ad
esempio, sulla bolletta elettrica”.
Più
radicale ancora l’ex ministro dell’Industria, l’economista Alberto Clò, specialista
delle questioni energetiche, ammonisce su “La Nazione-Il Resto del Carlino”
contro una transizione affrettata, quale quella del piano Ue: “Fa danni sociali
e riduce le emissioni globali solo dell’1 per cento”. L’Europa conta poco,
riflette mesto l’ex ministro: ha già fatto molto e può fare ancora poco, il
problema delle fonti di energia fossili è la Cina.
Il
problema paventato da Cingolani è stato sollevato col governo tedesco, che ha ispirato
il piano di Bruxelles, dal presidente francese Macron: l’industria automobilistica
francese, ora franco-italiana, dovrebbe chiudere. E lo stesso il nucleare, che
in Francia copre ancora il 70 per cento della produzione di elettricità, ed
è considerato “pulito”.
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