I partiti del Capo, o la fine dalla politica
Draghi
dopo Monti marcia a passo spedito. Un provvedimento dietro l’altro. Tutti
contro l’uno o l’altro dei partiti che lo sostengono. Sostenuto dalla destra e
dalla sinistra, per una voglia indilazion abile di governabilità. Dopo che gli
stessi partiti hanno affossato l’ennesima riforma del Governo e del Parlamento in
senso efficientista - la governabilità.
L’irrefrenabile Renzi bocciando, dopo D’Alema, Berlusconi e Craxi, labellandoli
di fascisti.
C’è
una sindrome suicida nei partiti. Tutti i partiti. Che si dice o si vuole
dell’epoca, della disintermediazione, della disinformazione anche. Ma non è
vero – altrove, anche in mondi più proiettati nella contemporaneità, la
politica è sempre viva e attiva. La sindrome nasce da un’errata visione della propria funzione. Che si radica
nella mediocrità del personale politico. Per l’evoluzione rapida dei partiti
italiani verso la formazione personale di questo o quel Capo, il quale vuole collaboratori solo devoti, non intelligenti
né attivi. Un assetto che finisce inevitabile nell’inconsistenza, e nel ricorso
ai governi “tecnici”.
Da
una parte il “partito di plastica” di Berlusconi, che degrada verso l’illusionismo
di Grillo: roba da circo equestre, clownerie e equilibrismi. Dall’altra – Pd, molta
Lega, molto Fdi – i manovali della politica, degli acchiappavoti al minuto (la
pratica, il posto, l’indennizzo) e degli appalti pubblici (corruzione, molta
spicciiola).
L’opinione
pubblica non aiuta. Sommersa dal problema della propria sopravvivenza economica,
sul mercato. Che cerca – probabilmente sbagliando – nella rincorsa della non-informazione
– social, influencer, tweet, cioè battutine. E nella formula “Repubblica”,
della superfetazione che liquida la politica, da sempre invisa a Scalfari,
magnificandola – ognuno lo vede: sei, otto, dieci pagine di Conte e Grillo sono
una esposizione feroce, di fatto, al ludibrio. Il circuito della buona politica,
dell’opinione informata, colta, acuta, equilibrata, si è dissolto – gli analisti
sono settanta e ottantenni, e tollerati come residui.
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