Il favolello del parlare coatto
Uno
dei favolelli di Camilleri, più lieve del solito – un bambino “sente” il metallo,
quindi le monete cadute, perdute, abbandonate: una miniera sensoriale. Nel
ricorrente background fascista di provincia, di paese: camicie nere, podestà, federale,
salute al duce, tacchi, viltà. E scurrilità, una novità che potrebbe fare
filologia: il parlare coatto di oggi, maschile e femminile, “che cazzo”, “mi
sono rotto il cazzo”, “fanculo”, eccetera, era fascista, da Mussolini in giù –
c’era qualcosa che disturbava in Grillo.
Andrea
Camilleri, L’oro a Vigata, “la Repubblica”,
pp. 47 gratuito col quotidiano.
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