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La legge dei Procuratori
“L’impianto da un miliardo di dosi”, di vaccini anti-covid,
ad Anagni, la Catalent, da “un sabato notte del marzo scorso”, col nuovo corso allora
inaugurato dai nuclei Antisofistcazione dei Carabinieri, “ha avuto continue
visite e ispezioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di
Finanza”. Manca la Polizia, ma il resto c’è stato tutto e abbondante. Per quattro
mesi le polizie d’Italia hanno cercato i “vaccini «nascosti»”, scrive sarcastico
Fubini sul “Corriere della sera”. Si voleva trovare un caso di mercato nero dei
vaccini. Lo hanno cercato dov non potevano trovarlo, in una multinazionale? Dove
erano sicuri di non trovarlo?.
Non è inefficienza, è l’azione penale passata in
mano alle Procure della Repubblica. Dalle indagini alle conclusioni. Cosa sia avvenuto
a Frosinone Fubini non lo dice. Ma ciò che dice raffigura il Procuratore della Repubblica
camilleriano, o montalbaniano, a tutto interessato meno che al crimine.
Ma c’è di peggio. A metà anni 1995 il più grosso
scandalo della Repubblica, l’ammanco di 1.300 miliardi di lire alla Rizzoli-Corriere
della sera, esito di ruberie diffuse e continuate. non fu né denunciato né
perseguito. Lo denunciò, come abbiamo spiegato in “Mediobanca Editore”,
Deloitte, il revisore dei conti. E non fu perseguito: i profittatori se la cavarono
con vantaggiosi patteggiamenti, un paio, i più senza un solo avviso di reato. Mentre
contemporaneamente, per la stessa tipologia di delitti, la Procura di Milano mandava Carabinieri,
Finanza e Dogane alla Mediaset di Berlusconi, due e tre volte al giorno, da 500
a mille ispezioni in un anno. Senza esito, se non su un punto: la negoziazione
estero su estero dei diritti delle opere acquisite.
Era questo uno dei canali di aufofinanziamento dei
dirigenti della Rcs, spiegava “Mediobanca Editore”, 1997, in casi acclarati, ma
non fu mai perseguito. Lavorandoci sopra, invece, la Procura di Milano ha ottenuto
infine, dopo vent’anni, la famosa condanna di Berlusconi.
L’azione penale in mano ai Procuratori della
Repubblica è inefficace: lenta, e per lo più sbagliata. Si vede contro le mafie:
a fronte di pochi, anche per questo eroici, perché isolati, l’incuria o inefficienza
dei più. O nella diffusissima corruzione – si è perfino dovuto creare un’apposita
Autorità anti.corruzione.
L’azione penale dei Procuratori
è “efficiente” - anche se spesso, a fine
ciclo gudiziario, inefficace o nulla - contro i nemici personali dei
Procuratori stessi. O di partito. E a fini (immediati) di carriera – se servono
cento, duecento incarcerazioni per diventare Procuratore Capo. L’azione penale
è obbligatoria up to a point, a
discrezione.
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