sabato 28 agosto 2021

Appalti, fisco, abusi (208)

Si nasconde il dato - l’Arera, l’Agenzia per le fonti di energia dice il dato non comparabile - ma si sa che l’elettricità costa in Italia molto di più che in Europa, di almeno un quarto della media europea. Un po’ di più per le utenze domestiche, sul 30 per cento, un po’ di meno per quelle industriali e commerciali, il 20 per cento. E non da ora, da una quindicina d’anni, da quando la bolletta è gravata dagli “oneri di sistema” – dai contributi gratuiti agli operatori di energie alternative, non fossili. Che si sviluppano anche nel resto d’Europa, in qualcuno anche più velocemente che in Italia, ma evidentemente a un costo minore.
 
Un affarone, gli oneri di sistema, per l’Enel e per una miriade di operatori che si vogliono ecofriendly ma, i più, lo sono diventati perché i contributi pubblici sono praticamente a fondo perduto. Nessuno controlla che le pale eoliche o i campi fotovoltaici producano energia: basta l’impianto, anche di seconda mano, non c’è bisogno di organizzarsi per un esercizio effettivo. Non c’è uno studio sul rapporto tra “oneri di sistema” e Megawatt non fossili. L’impresa delle energie pulite o alternative è la più facile e la più redditizia.
 
Nella tecnologia bisogna aggiornarsi, spiega Massimo Sideri sul “Corriere della sera” a proposito della rete telefonica, in pessimo stato: “Rattoppare i buchi delle vecchie reti (telefoniche) costa di più di costruirne una nuova in fibra ottica”. In Italia “per difendere la vecchia infrastruttura per anni abbiamo fatto il contrario. Invece di collegare il vecchio telefono alla nuova rete abbiamo collegato i nuovi computer alla vecchia rete di rame”. Servizio pessimo. E carissimo.
 
L’“abbiamo” di Sideri è un plurale maiestatis che sottintende Telecom-Tim, la privatizzazione forzata e sbagliata (ahi, Ciampi, Draghi), che i soci privati, Agnelli, Colaninno, Tronchetti Provera,  hanno sfruttato per decenni senza investirci un centesimo. Società da tempo fallita che paghiamo caro per temere in piedi. Con un servizio miserrimo. In un settore vitale, per la convivenza e per la produzione.
Ma la cosa, ancora oggi, non si può dire: il “Corriere della sera” la confina alle “lettere”, cui fa rispondere da Sideri, che probabilmente non ha fatto carriera al giornalone per avere scritto un libro che spiegava l’intrigo.

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