Ecobusiness
Paolo Mariano vanta su vai elettrico.it le 20 auto elettriche
che ha guidato. Di tutte entusiasta. Perfino della Audi A2, la vetturetta
stretta e scomoda buona per il museo degli aborti: “Negli anni ha visto tre
upgrade di batteria, raddoppiando la proprio autonomia iniziale” – cioè, non
aveva autonomia. Senza contare che, “molto suscettibile al vento laterale”, in
autostrada “può diventare ingovernabile”.
Più entusiasta con Vw E-Golf: 100 mila km. “con
un’autonomia ancora molto interessante” – non sufficiente, interessante. Un
solo problema: il rapidgate su autostrada in estate – “la batteria non è
climatizzata e si scalda facilmente sui viaggi autostradali con temperature
superiori ai 30 gradi”. Cioè: la batteria ricarica poco e male.
Problemi di vario tipo anche con le Tesla. Ma l’entusiasmo
non deflette.
Il programma accelerato della Ue di passaggio alla
mobilità elettrica deve prima superare un ostacolo: la Cina, che ha il
monopolio della produzione di magneti permanenti, e controlla il mercato delle terre
rare, non è più soggetto di mercato affidabile, lo dimostra il blocco delle
forniture di microchip, che ha colpito molta industria meccanica. Il reshoring di queste attività (rilocalizzazione)
è necessario e preliminare. Richiede forti investimenti. E si scontra con le
posizioni dominanti che la Cina ha acquisito in Africa e in Asia nella
prospezione e produzione di terre rare.
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