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Il calcio dei ricchi
C’è chi non può spendere da quasi due anni, avendo
le entrate azzerate dal covid, e chi invece può spendere senza limiti, anche
contro i regolamenti. Nel calcio. Sotto la mano benedicente di un certo Ceferin,
persona al di sopra di ogni sospetto.
“La situazione è inedita e per certi versi assurda.
Tutto è in mano a russi e arabi che non hanno limiti di spesa”. Tutto è il
calcio: così Capello sintetizza il momento attuale del calcio in Europa in una
pimpante intervista con Franco Vanni su “la Repubblica”. Russi e arabi senza un’idea
di calcio, se non quella di spendere a gara. E senza vincoli di fair play
finanziario – le loro squadre possono indebitarsi a volontà. Perché così l’ha stabilito la Uefa
di Ceferin, quello che ha scoperto al vocazione calcistica del Qatar, in pieno
deserto, e gli ha augustamente assegnato il Mondiale del 2022, invernale.
Capello ricorda anche che, prima di questo cedimento
Uefa, “il nostro calcio era il più importante del pianeta”.
Ma non ci sono solo i Ceferin, il demone del denaro
è ovunque: Donnarumma, spiega Capello, col suo trasferimento “non ha portato un euro al
club”, che ne ha fatto un grande atleta - è andato via a scadenza di contratto. “Un
po’ di riconoscenza per chi ti ha cresciuto”, aggiunge Capello, “aiutando la
tua famiglia (il Milan aveva messo sotto contratto, a un milione di euro l’anno,
anche Donnarumma II, n.d.r.), è dovuta”. Sarebbe stata dovuta.
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