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La mafia (soggetto) inesauribile
Una
bibliografia stagionata, del 1993, ma già ricca di centinaia di autori e
migliaia di titoli – “oltre settecento” sono i libri, più innumerevoli saggi e
articoli. Una pubblicazione in occasione del Salone del Libro di Torino, in
ricordo dell’assassinio di Giovanni Falcne, avvenuto l’anno precedente mentre
il Salone era in svolgimento. Un omaggio, che però, a riprenderlo in mano, ha
perduto la promessa implicita di risarcimento, di giustizia, delle vittime di mafia,
poiché le mafie sono sempre lì.
Il
proposito è indiscutibile, di questa e altre pubblicazioni analoghe, di
favorire l’impegno culturale e civile contro la mafia (e la corruzione,
aggiungevano i promotori della ricerca). Che però non si affrontano con
l’impegno personale – cioè, l’impegno può poco o nulla: il delitto va
affrontato con la repressione, rispettosa certo, legale, ma quella, sì,
impegnata.
Due
curiosità. La “produzione” è recente: “Si è sviluppata soprattutto negli ultimi
trent’anni”. Di editoria diffusa: coinvolti “un significativo numero di
editori, ben 246, di cui però il 18 per cento, pari a 45 aziende, ha cessato le
attività”. Un’editoria prevalentemente meridionale: l’editoria veniva allora censita
per il 54 per cento al Nord, il 31 per cento al Centro e il 13 per cento al Sud
e nelle isole, mentre “sul tema della mafia gli editori meridionali rappresentano
il segmento più significativo con il 45 per cento delle società” - il 23 per
cento al Centro “e al Nord solo il 32 per cento”. Ma il genere diventa profuso
negli anni 1980, “gli anni dell’uccisione del generale Dalla Chiesa, quando la
mafia è costretta ad aggredire direttamente lo Stato”.
Gian
Roberto Lanfranchini-Bea Marin (a cura di), Per conoscere la mafia. Una bibliografia, Rcs-Associazione Italiana
Biblioteche, pp. 79 s.i.p.
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