mercoledì 18 agosto 2021

La musica di destra, e quella di sinistra

L’Austria di destra non lo ha fatto senatore, non poteva, Muti è italiano, ma gli ha dato la più alta decorazione al merito. Abbado invece Napolitano lo aveva fatto senatore, da vecchio Pci professo – anche se nella rigida alchimia (allora, 2005) del Pd, Abbado e Piano rossi, e due bianchi, Rubbia e Cattaneo,  due (ex) Pci e due (ex) Dc. Nello stesso tempo la Cgil alla Scala cacciava, letteralmente, Muti, dopo vent’anni, per nessun motivo – accontentandosi di fare poi una modesta orchestra, senza richiamo, né nazionale né internazionale, di un’Opera d’altra parte impoverita e provincializzata, eccetto che nel nome.
Abbado faceva professione di sinistra, con dichiarazioni di voto, il terzomondismo e l’ecologia. Muti non faceva, e non fa, professione politica, occupandosi dei giovani, delle scuole di musica, dell’insegnamento della musica, cose in sé progressive - e organizzandosi un festival e un’orchestra propri. Dopo che aveva trovato unica occupazione in Italia, cacciato dalla Scala, giusto all’Opera di Roma, al tempo del sindaco Alemanno, diretta da Catello De Martino, tutto di destra. Ogni altro varco essendogli ermeticamente chiuso dai residui (ex ) Pci al comando della politica culturale.
Norberto Bobbio dovrebbe aggiornare il suo classico su destra e sinistra, ora che il liberismo è di sinistra, e il protezionismo è di destra, di destra il lavoro, di sinistra gli affari. Così perlomeno in Italia, che Marcelle Padovani gratifica di laboratorio politico dell’Occidente. Scoprirebbe un nuovo crinale di divisione, la musica. C’è la musica di sinistra, Beethoven, Wagner (Wagner?), una musica di destra, Mozart. Verdi (Verdi, così populista, perfino classista?) . Almeno secondo Napolitano e i suoi consiglieri.

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