venerdì 20 agosto 2021

La politica delle porte aperte imposta dagli Stati Uniti

“L’establishment globalista”, scrive  Rampini su “la Repubblica”, “ha sempre rappresentato una avanguardia” negli Usa. Cioè una minoranza. No, la globalizzazione è americana, teorizzata a fine anni 1970, e applicata da Bush padre e, soprattutto, da Clinton. Sul piano bilaterale, chiudendo occhi e  orecchie a Tienanmen e altre patenti violazioni dei diritti umani, a partire dei salari in Cina, e alla Wto, di cui la Cina, benché di diritto comunista, è stata ammessa senza nessun esame dei titoli. Facendo della Cina la fabbrica del mondo, per gli alti, altissimi, ricarichi che consentiva a casa, ai ceti mercantili – per un periodo fu pure propagandata come “la spesa dei poveri”, quando ancora Pechino produceva materiali poveri, abbigliamento e calzature di materiali sintetici a bassissimo prezzo.
La delocalizzazione nessuna potenza straniera l'ha imposta agli Stati Uniti e all’Europa.

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