La vittoria è del tribalismo
La sconfitta dell’Occidente in Afghanistan è
piuttosto una sconfitta intellettuale, la vittoria è di una sorta di arma non
armata, il tribalismo. Stati Uniti ed Europa hanno perduto le guerre del Millennio, in
Afghanistan, in Iraq e in Libia perché si sono ingolfati nei paesi a più
forte e irredimibile, per esperienza orma lunga e travagliata, componente
tribale. Dove quindi è difficile, anzi impossibile a meno di regimi forti,
quelli di Gheddafi e di Saddam Hussein, non la democrazia ma una qualche forma
di governo. La vittoria dei Talebani non vuole infatti dire che l’Afghanistan
avrà un governo – unitario, solido: il tribalismo è anarchico.
È stata un errore del Novecento, secolo a suo modo
razionalistico, categoriale, la cancellazione del tribalismo come organizzazione sociale e politica. Che
invece è forte e ancora prospera, dominante, nell’Arco della Crisi, compresa la
penisola arabica, i regni, gli sceiccati, come in Libia, in parte in Algeria, e
in Marocco (il Marocco, p.es., si regge sula dinastia alawide), e naturalmente
nell’Africa sub-sahariana.
Ma, poi, anche in Italia la Lega è stata un fenomeno
variegato tenuto insieme dal tribalismo – lo è tuttora nel sentiment, se non nel programma politico.
Il fatto è noto e evidente, solo che è stato cancellato,
per una sorta di dover essere dell’organizzazione sociale, Sul finire dell’Ottocento,
nel 1897, Winston Churchill così fotografava la situazione, embedded come soldato-giornalista nel
1897 a 23 anni nella Malakand Field Force, il corpo di spedizione britannico
contri i ribelli pathan – oggi detti pashtun - della Frontiera kiplinghiana di Nord-Ovest,
la frontiera col Pakistan. Ci rimase per poche settimane ma capì molto. Scrisse
molte corrispondenze, che l’anno dopo riunì sotto il titolo “The Story of the
Malakand Field Force”, il suo primo libro – dell’esperienza afghana parla anche nelll’autobiografia,
“My early Life”: “Le tribù pathan sono sempre impegnate in guerre, private o
pubbliche. Ogni uomo è un guerriero, un politico e un teologo. Ogni grande casa
è una vera fortezza feudale. … Ogni villaggio ha il suo apparato difensivo. Ogni
famiglia coltiva la propria vendetta, ogni clan la propria faida”. E anche: “Tribù
contro tribù. La mano di ognuno è contro l’altro, e tutte sono contro lo
straniero”. C’erano già i Talib, oggi Talebani, che Churchill descrive come opportunisti,
studenti o questuanti che “vivono gratis a spese della gente”.
E in Afghanistan non ci sono solo i pashtun. Il paese è composto da almeno
cinque etnie diverse e in varia misura ostili: pashtun, tagiki, hazara, uzbeki
e turkmeni.Ognuna divisa in tribù. Solo tra i pashtun sono stati identificate-classificate
sessanta tribù. A loro volta suddivise in sottotribù – ne sono classificate quattrocento.
La struttura politica si limita, al più, al clan, un gruppo di famiglie in
qualche modo imparentate.
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