lunedì 23 agosto 2021

Secondi pensieri - 456

zeulig 


Bellezza – Goethe la vuole totalitaria, come unità degli elementi del cosmo e insieme come il loro messaggio a noi. Alla maniera, si direbbe, di Leonardo, che però era meno riflessivo, e come in  medias res, uno fra i tanti elementi del cosmo – come si voleva lo stesso Goethe, con un di più. però, suo malgrado?, di riflessione critica, e di principio ordinatore.  
 

Capitalismo – Non poteva Max Weber legare il capitalismo al protestantesimo. Che, come tale (vedi la polemica di Sismondi con il cattolicesimo italiano), è fede nella grazia divina e scelta di vita anti-moderna. Solo chi opera attivamente è capitalista (borghese, eccetera). Il suo protestantesimo è pietista, il più affine al cattolicesimo. Vi accenna già Thomas Mann, sul, finale dei “Buddenbrook”, a proposito si pietismo e di successo negli affari. Ci vuole, insomma, indulgenza. Soprattutto verso se stessi.

La morale protestante della rinuncia porta al thrift. Il capitalismo è stato teorizzato in Scozia, dove il calvinismo e il  effettivamente impetrano. Ma non hanno creato ricchezza – fino al petrolio: Il pensiero critico scozzese era in tema piuttosto un augurio e una speranza.

La parsimonia ha tutte le apparenze della virtù. Come risparmio e quindi di accumulo della ricchezza. Ma non per il consumo, anzi gli è contraria – che invece è il motore dell’operosità: è il paradosso di Mandeville, “La favola delle api”, e della teoria suntuaria, del capitalismo come spesa. 

 
Curiosità – È il meccanismo, si direbbe, il motore e insieme lo stimolo, il maggiore ingrediente, dell’intelligenza. L’attenzione, l’intenzione, l’impiego del tempo e delle occasioni, la voglia, di scoprire e capire cose diverse, nuove, sotto un aspetto nuovo. La ricerca, l’innovazione metodica, la scoperta a sorpresa, l’interrelazione con gli altri e il mondo (empatia), che fanno il proprio dell’animale uomo - dato che all’animalismo bisogna pagare tributo, è politicamente corretto.
 
Dialetto – È la radice, il radicamento, della lingua? Che quindi nasce, è, familiare, locale, tribale? È di Pirandello, del saggio “Introduzione al teatro italiano”, che nel 1936 apriva la “Storia del teatro italiano” di Silvio D’Amico, la distinzione tra idea e sentimento della parola: la lingua evidenzia il concetto della cosa che la parola esprime, il dialetto (la stessa parola in dialetto) il sentimento.
La lingua sfiorita di tanta poesia e prosa nascerebbe da una sorta di suo sradicamento?


Dio – “Se l’occhio non fosse solare\ non potrebbe mai percepire il sole;\ se non fosse in noi la forza propria si Dio,\ il divino come ci potrebbe estasiare?” – Goethe, “Xenie miti”.
 
Ecologia – S’intende la dottrina (il rispetto) dell’ambiente, ma ne è l’addomesticamento. L’ambiente, la natura è eccessiva: violenta, imprevedibile, estrema. L’ecologia vi inietta il rispetto di se stessa, umanità compresa.
È il francescanesimo. Altrettanto indifeso. E inevitabilmente destinato, come ora il francescanesimo, al rituale?
 
Globalizzazione - È antitetica (“in contraddizione”): il più formidabile motore di ricchezza mai concetto nella storia è anche un motore d’incertezza – una forza che è debolezza.  Non rafforza e libera, ma indebolisce e asservisce. Ci si aspetta dalla ricchezza individuale una promozione anche personale, di personalità e socialità, da posto nella storia. Mentre la globalizzazione agisce a questo campo all’opposto, come un bulldozer che spiana, non consolidando ma seminando incertezze e paure. La creazione del massimo profitto giocandosi col massimo d’incertezza individuale. Non soltanto nei grandi numeri – a certi livelli la creazione di ricchezza è un gioco, una scommessa continua – ma nella realtà piccole e minime.
Il profitto in realtà non è di tutti, ma di alcuni. Tutti ne beneficiano, ma a un costo. Che per alcuni pochi è ammortizzabile.  
 
Immaginazione – Resta fondamento e testimone della realtà anche quando le cose si manifestano in misura e modalità inafferrabili (ingovernabili, incomprimibili): il terremoto, il tifone, l’asteroide, il clima, le guerre (niente di più immaginario delle guerre, per quanto organizzate, nelle motivazioni, negli svolgimenti). Nulla esiste (resiste) della realtà che si vive senza immaginazione, sia pure storia, religione, poesia.
Ricchezza e povertà sono relative, in relazione all’immagine che se ne ha, anche mobile: il povero può essere tranquillo,il ricco inquieto, eccetera. Si estende anche agli eventi che l’uomo non governa, pur condizionandone la vita, la nascita e la morte: ci sono nascite assimilate, nell’immaginazione, alla morte, e morti che s’intendono come non avvenute, se non rinascite. Senza dover sbracare nel falso o nell’irragionevole: l’immaginazione cortocircuita i fenomeni più complessi, li sbroglia, imbroglia quelli semplici, moltiplica i fenomeni. E massimamente opera nel pensiero critico, nella filosofia. In linea con le definizione canoniche, da wikipedia: “Libera e astratta riproduzione o elaborazione di dati sperimentali o fantastici”, “Attività o situazione definita da una partecipazione più o meno intensa al mondo dell’astrazione o della fantasia”.
 
È la novità e la forza di Kant, che pure quando voleva essere pratico (l’antropologia, che insegnò tutta la vita, eccetera) diceva anche scemenze: la straordinaria insorgenza con lui del soggettivismo, dell’io autorevole e decisivo, dell’immaginazione irriducibile e inattaccabile al materiale (evento, cosa), senza però privarsi della relazione col mondo esterno, “oggettivo”, anzi di queta relazione facendo il suo campo di osservazione.

 
Stupidità – È l’incapacità (non interesse) a correlarsi, all’empatia. Si estrinseca nella mancanza di curiosità, in una forma blanda di autismo . Non cattiva, non necessariamente, né violenta, ma di limitato, moto ristretto interesse . Visivo, uditivo, cognitivo. Ripetitiva il più spesso. Ma, poi, violenta anche senza furori o eccessi: violenta nella negazione degli altri.
La stupidità più diffusa, di senso comune, si intende un esercizio errato dell’intelligenza. Ma questa non interferisce col modo di essere, di porsi. Che è invece il nucleo della stupidità per sé, irriducibile.

zeulig@antiit.eu

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