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Tolstoj secondo Alvaro
È
la prima edizione italiana, nel 1942, dei racconti di Tolstoj, scelti dalla
figlia Tatjana, e da lei affidati per la traduzione ad Alvaro. Con buona parte
della dettagliata presentazione che la stessa Tatjana scrisse allora per
l’edizione Mondadori, sui riferimenti e i tempi della composizione dei vari
racconti, e sui loro ritrovamenti nel lascito.
Il
racconto lungo “Il diavolo”, testo non pubblicato da Tolstoj perché in parte
autobiografico, sul padrone che s’incapriccia di una contadinotta – con due
finali. Il cavallo poi celebre di “Passolungo”, il racconto forse più amato. Un anticipo della “Sonata a Kreutzer”, sotto il titolo “Come il marito uccise la moglie”. Le
“Memorie di un pazzo”, all’origine “Memorie di un non pazzo”, sulla crisi
spirituale sopravvenuta dello scrittore, altro testo che non volle pubblicare.
Un apologo, “Alioscia Brocca”, su un Giovannino avventuroso. E i “Primi
ricordi”, scritti su sollecitazione del primo biografo, con i ritratti del
padre, della madre che Tolstoj non conobbe (morì quando aveva un anno e mezzo),
della “zia” Tatjana Alessàndrovna, lontana parente innamorata segretamente del
padre, una vice-mamma di cui Tolstoj condivide tutto, la saggzza, la calma, la
generosità, l’abilità al pianoforte, e del fratello maggiore – di sei anni –
Nicolino, Nikòlenjka, gran lettore e grande narratore, fantasioso creatore di
giochi per i fratellini, tre, a scalare di un anno.
La
traduzione di Alvaro è tolstojana: scorrevole, sicura, autorevole. In più punti
Tolstoj sottolinea il carattere russo, di personaggi , umori, situazioni. Il
rapporto con la servitù, il riserbo nelle effusioni, negli usi, indirettamente
l’amore inconfessato di Tatjana Alessàndrovna per il padre. “Mio padre a vent’anni non era più un giovane
innocente”. S’era arruolato a 17 anni, “malgrado l’orrore, la paura e le suppliche
dei suoi genitori” – erano gli anni delle guerre napoleoniche, nelle quali, non
si dice, ma si moriva in quantità (ministro della Difesa “il principe Alessio
Gorciakov, parente stretto di mia nonna, principessa Gorciakov”, generale al
fronte il fratello del ministro, Andrea Ivanovič). “Fece le campagne del ’13-‘14”,
di Russia, con la ritirata napoleonica, mandato come corriere in Francia fu fatto
prigioniero, “e non fu liberato che nel ’15, quando le nostre truppe entrarono in
Parigi”. Ma “anche prima dell’inizio della carriera militare, cioè sui sedici
anni, era stato unito dai suoi genitori, per ragioni di salute, secondo le idee
di allora, a una ragazza della servitù. Da questa relazione nacque il figlio Myscenka”
– un fratello che sempre farà ricorso in seguito per aiuto a Lev e agli altri
fratelli.
Lev
Nikolaevič Tolstoj, Racconti e memorie
(nella traduzione di Corrado Alvaro), SE, remainders, pp. 188 € 9,50
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