Mario La Cava lo ricordava ne “I fatti di Casignana”, 22, dei pellegrinaggi-processione dopo la Grande Guerra, quando era adolescente, scrivendone nel 1970-73: “Si andava a Polsi per chiedere grazie alla Madonna o per offrire voti, e si ballava, si gridava, si tiravano colpi coi fucili, per dimenticare le pene”. Una perpetuazione, forse, dei culti dendrici. Ma il senso della festa è paganesimo?
Pavese calabrese, più che un caso - 2
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