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Angela la Padrina - 2
È opportuno riproporre, per una
valutazione del cancellierato Merkel, quanto questo sito poteva scrivere il 18
agosto 2019, “Merkel o della Finis Europae”:
https://www.blogger.com/blog/post/edit/4308716637477704291/1241123455399843259
Si
celebra Angela Merkel al tramonto omettendo il fatto più importante: che ha
imposto all’Europa la stagnazione e la recessione. L’Europa è la sola delle tre macroregioni ricche ancora in
affanno dopo la crisi bancaria del 2007, cioè negli ani di Merkel, mentre Usa,
Cina e Giappone hanno abbondantemente superato la crisi e anzi se la passano
come non mai. E questo per la politica merkeliana, un’ossessione e quasi una
divisa, del “troppo poco, troppo tardi”. Nei casi della Grecia, dell’Italia e
di ogni altra crisi possibile.
È stato solo possibile tirare fuori dal crac
l’Irlanda, per le pressioni delle multinazionali americane, e la Germania. Con
giganteschi esborsi europei in entrambi i casi, della Bce e della Comunità.
Merkel ha usato dire nei giri europei che non poteva
fare di meglio e di più perché l’opinione tedesca è nazionalista o antieuropea.
Ma è con lei, e con le sue politiche del risentimento, antilatine,
antimediterranee, che la destra tedesca è rinata forte, e i nazisti sono
perfino in qualche Parlamento regionale, dopo ottant’anni. Il contrario è più
vero: è la sua politica che ha alimentato la destra tedesca.
Un primo bilancio se ne poteva fare il
31 gennaio 2019, nella minierie “La fine dell’Europa di Angela Merkel”, in
questi termini:
https://www.blogger.com/blog/post/edit/4308716637477704291/3668574503062547193
Sarà difficile
ricordarla, se non per le quattro elezioni vinte. O allora per i danni che ha
fatto, con la lesina e l’indecisione, “troppo tardi troppo poco” la divisa che
le si è incollata. E l’esecuzione cieca degli interessi delle banche e
dell’industria tedesche, con danno probabilmente letale per l’Europa, l’unica
grande area economica che non esce dal precipizio del 2007 - sopravvive
intaccando la rendita.
Ha solo deciso quello
che le banche e l’industria hanno voluto. Il salvataggio multimilionario delle
banche, con fondi europei. L’abbandono del nucleare, per gli interessi
carboniferi. E il famoso milione di immigrati del 2015, con fondi europei,
perché la Germania è in forte crisi demografica e la Confindustria tedesca ha
bisogno di braccia. Creando la questione immigrati in Europa: fra i paesi che
attorniano la Germania, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Croazia, Slovenia, la
stessa Austria e l'Italia – e la Francia, che fa muro ma non lo dice, per la
politica macroniana della ipocrisia.
Non si ricorderà nulla
dei suoi dodici o tredici anni, quanti saranno. Se non la crisi dell’Europa,
che dopo il suo cancellierato potrebbe essere irreversibile. E la Grecia e
l’Italia per i danni che ha loro inflitto. All’Italia con la svendita dei Btp
nella primavera del 2011, e i sorrisetti pubblici con Sarkozy – di cui rideva
in privato. Il suo partito lascia in macerie, avendo stroncato ogni
possibile deuteragonista.
https://www.blogger.com/blog/post/edit/4308716637477704291/6296781913658841102
Pessima è stata la
politica della Germania di Merkel nei riguardi dell’Italia, pure suo partner
economico privilegiato. Specie nella crisi del debito del 2011 – da cui ancora
l’Italia non si è ripresa. Con molteplici tentativi di mettere al centro della
speculazione anche le banche, le banche italiane. Con l’incredibile suo
presidente della Bundesbank, Weidmann, un giovanottone di nessuna esperienza,
eccetto la segreteria di Merkel, che si alternava con il ministro del Finanze
(Tesoro) Schaüble, vecchia volpe democristiana, per puntare i cannoni a
settimane alterne contro l’Italia.
Non ci sono solo i
sorrisetti di Merkel col disprezzato Sarkozy contro l’Italia. Mai visto
nella storia della moneta un ministro del Tesoro e un presidente della banca
centrale che si agitano a creare panico. Al punto da scandalizzare il
governo americano, Obama e il suo ministro del Tesoro Geithener, che lo ha
scritto nelle memorie. Pur essendo l’America, non solo lo speculatore Soros,
pregiudizialmente contraria all’euro - gli Stati Uniti sono sempre stati, fin
dal tempo di Clinton, contrari.
Tutta la Germania
istituzionale fu mobilitata contro l’Italia, e non passava giorno, si può dire,
senza un attacco. Che in un vero ordinamento europeo sarebbero stati materia
penale. La Deutsche Bank di Ackermann, un manager svizzero consigliere di
Merkel, si disfece preliminarmente di tutti i Btp, ricomprandoli a termine, e
lo fece sapere, fece sapere della vendita, al “Financial Times”. “A
ottobre 2011”, scrive G. Leuzzi in “Gentile Germania”, un libro del 2015, “per
riaccendere la crisi che si affievoliva dopo la vendita dei Btp, il capo
economista della Deutsche Bank, Thomas Mayer, pubblicamente aveva ammonito
contro ogni aiuto all’Italia. In una col presidente del Ces-Ifo di Monaco,
rinomato istituto di studi sulla congiuntura, Hans Werner Sinn, che aveva
redatto e pubblicizzato una serie di note contro l’Italia, sul debito e le
banche. Con l’effetto non casuale di mettere nel mirino le banche
italiane, meglio gestite e capitalizzate delle tedesche, elevando una cortina
di fumo su quest’ultime, che erano tutte un colabrodo, Deutsche inclusa.
“Offrire un’assicurazione di prima categoria sui titoli contro il fallimento
dell’Italia ci colpisce come offrire un’assicurazione sulla cristalleria al
padrone di una casa prossima a un impianto nucleare che sta per collassare”,
scrisse Mayer online nel bollettino della banca. Neppure con la garanzia del
Fondo europeo di stabilizzazione: “Né il padrone di casa né il detentore di
titoli italiani si sentirebbero molto sollevati da questa assicurazione”.
È stata questa la
Germania di Merkel, che ha infettato l’Europa.
(continua)
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