astolfo
Tycho Brahe – L’astronomo e
astrologo danese morì, a 55 anni, “undici giorni dopo lo scoppio della vescica
durante un banchetto”, dice wikipedia: gli sembrava maleducato abbandonare il
banchetto prima che le mense fossero levate, e poi “non fu più in grado di
urinare, se non in quantità molto piccole e con dolori lancinanti”.
Non
manca chi opina che sia stato avvelenato da Keplero, per ereditarne – come poi
avvenne – le carte e gli studi. Su questa ipotesi, e dopo avere rilevato tracce
di mercurio sula barba di Brahe, il cadavere
fu esumato nel 2010 e sottoposto a autopsia. Ma il veleno non fu trovato
– il mercurio nella barba fu spiegato col probabile suo utilizzo da parte di
Brahe per uso medico, oppure alchemico
Brahe
morì nel 1601 – quando Galileo, e la scienza moderna, erano già maggiorenni.
Duello – Fu anche femminile.
Più spesso come fantasia maschile, cioè morbosa – le duellanti a petto nudo, etc.
– ma anche di fatto. Il più celebre è immortalato dalla londinese “Pall Mall
Gazette” del 23 agosto 1892. Tra due nobildonne, entrambe a capo di un’istituzione
culturale di Vienna, il Gran Galà di Musica e Teatro: la contessa Pauline
Clementine Marie Walburga von Metternich, nipote del grande cancelliere dell’impero,
presidente onoraria, e la contessa russa
Anastasia Kielmannsegg, presidente del comitato organizzativo. Motivo della
contesa: a chi toccava scegliere la decorazione floreale della manifestazione.
Sembra
un aneddoto inventato dal giornale londinese, che mescolava pettegolezzi e
questioni serie. Ma la principessa esiste, era molto attiva nelle mondanità di
Parigi oltre che di Vienna, grande promotrice di Wagner, e poi di Smetana.
Nipote del cancelliere per parte di madre – il padre era boemo – e a vent’anni
anche sua nuora, avendo sposato lo zio Richard
von Metternich, figlio tardivo del cancelliere (a 57 anni, dalla seconda
moglie). Anche non bella, in nessun ritratto, anzi.
Esiste
pure la contessa russa – che viene un po’ meglio nei ritratti, ma non molto.
Le
due nobildonne si sfidarono a duello alla spada – appaiono in effetti ambedue
ben piantate. A Vaduz, luogo già allora neutrale? Tutto femminile il contorno:
i padrini erano madrine, una principessa Schwarzenberg e una contessa Kinsky, e
il medico una dona, la baronessa Lubinska, polacca – che non era laureata
medico ma aveva pratica di medicina. Erano presenti anche degli uomini, sulla
scena del duello, ma furono fatti voltare con le spalle alle duellanti.
Un
duello non mortale, anzi “al primo sangue”, ma combattuto a petto nudo. Su
disposizione della baronessa, che invitò le contendenti a denudarsi per evitare
infezioni al sangue, anche se solo il “primo sangue”.
Un
primo e un secondo assalto andarono a vuoto. Al terzo, Pauline fu ferita al naso,
ma senza sangue. Al quarto “l’indomita principessa restituì il colpo ferendo ad un braccio la sua rivale”. Anastasia,
buttò via la spada, mentre le madrine svenivano, e perse il duello.
Pauline
von Metternich aveva 57 anni. Anastasia, nata Lebedev, moglie da otto anni del
conte Erich Kielmansegg, un tedesco entrato in politica a Vienna, amico e
confidente dell’imperatore Francesco Giuseppe, titolare di molti incarichi
governativi, primo e unico ministro protestante a Vienna, ne aveva 32.
Eutanasia – L’ultimo
processo della denazificazione fu, ad Amburgo nel 1960, a carico dei
medici
che si erano prestati alla Aktion T 4 di Hitler, l’eliminazione degli “anormali”.
“Anormale”, secondo la legge del 14 luglio 1933, era una qualifica molto ampia:
si poteva essere sterilizzati per avere un genitore alcolizzato o “asociale”, e
da settembre 1939, dalla direttiva Aktion “, anche assassinati – la direttiva
fu sospesa ufficialmente nell’agosto del 1941, in seguito alle proteste di
gruppi di madri, e di alcuni vescovi cattolici. Ma la pratica che essa
contemplava, di eliminazione dei “subnormali” proseguì fino alla fine del regime.
Erano
medici liberali per lo più, quelli a processo a Amburgo, e ospedalieri di
istituzioni religiose, cattoliche e protestanti. Al processo non sembrarono capire
la colpa di cui erano imputati: l’eliminazione per tare ereditarie era a loro
avviso una funzione benefica, a beneficio degli stessi eliminati. Sulla base di
un calcolo delle opportunità (in sostanza economico, di costi) e anche del “si
è sempre fatto così”. In particolare nell’antichità classica, fecero valere gli
avvocati degli accusati. E la Corte d ‘Assise di Amburgo darà loro ragione,
anzi per questo assolverà i medici. Con questa motivazione: “Il fatto di eliminare
ogni vita indegna di vita appariva all’antichità classica come una pura e
semplice evidenza. Ci si guarderà bene dall’affermare che l’etica di un Platone
o di un Seneca, che hanno, tra i tanti, difeso questo principio, è moralmente
inferiore alle concezini cristiane”.
L’eutanasia
era, la buona morte, ed è, parte integrate dell’eugenetica, la pretesa a una “medicina
sociale”. Insieme con la “buona nascita”, la procreazione selezionata, che fu
anch’essa un programma del governo nazista – e si ritiene resista in piccole
sacche, privatistiche, volontarie, in Scandinavia.
La
valutazione dell’opportunità, in sostanza un calcolo economico, presiede tuttora
alla medicina in Germania: si valutano le risorse da impegnare in rapporto all’aspettativa
di vita e alla qualità della vita del
degente. Non tutti i tumori vengono operati dopo i 75 anni.
L’ordine
dell’Aktion T 4 è uno dei rarissimi documenti firmati da Hitler. Antidatato all’1
settembre 1939, primo giorno della guerra alla Polonia, ordina ai dottori Boulher
e Bradt, membri delle Ss e consiglieri medici della cancelleria, di organizzarsi
in maniera che, “dopo una valutazione umana e un giudizio critico sul loro stato di salute, la morte possa
essere somministrata a malati incurabili”.
Picnic – La parola, di origine inglese,
denotava agli inizi una colletta per una festa all’aperto.
Polonia – Ma è il paese
dei “campi”: polje è campo.
Toro di Falaride – Secondo
Erodoto era la forma di tortura più nota ai Greci. Giovenale la menziona nella
Satira VIII – e Kant nella “Critica della ragione pratica”. La vittima veniva
rinchiusa dentro un toro di rame, sotto il quale veniva accesso un fuoco, con
un sistema di tubi che convertiva le urla del malcapitato in muggiti.
Falaride
è il “tiranno” di Agrigento. Famoso perché fece sua l’invenzione del fonditore Perillo.
In questo modo: commissionò a Perillo il toro di rane, e poi ordinò che il collaudo
fosse fatto dallo stesso Perillo.
Von Blücher – Gerhard von Blücher,
generale e poi feldmaresciallo prussiano, protagonista della Guerra dei Sette Anni,
e poi delle guerre contro la Francia, contro la Francia della rivoluzione e
contro quella di Napoleone, contro Murat, Bernadotte, Gudin, Davout, e contro
lo stesso neo imperatore, fino a Waterloo (a lui si attribuisce la mossa decisiva
della battaglia finale), a Jena-Auerstadt, 14 ottobre 1806, cadde prigioniero
dei francesi, di Bernadotte. Non subito, a conclusione della battaglia: dopo
una ritirata di settecento km., inutile, perché le truppe francesi avevano
occupato anche la Germania del Nord - si arrese a Travemünde, sul Baltico, a
Bernadotte. Restò prigioniero per cinque mesi, fino allo scambio con un generale
francese, Victor.
Vulcanello – Era un’isola. Che
nel 1500, a forza di eruzioni, si congiunse con Vulcano. D a allora non è più
attivo.
astolfo@antiit.eu
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