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Il piacere di raccontare
“Un
morto si reca all’obitorio\ ma cade strada facendo”. Un titolo al solito
scorretto (affrettato, bizzarro, incomprensibile) di giornale, per un cadavere
che passa di mano in mano.
È l’annuncio
di un plot promettente, che però poi non
c’è. Niente assassino, niente moventi, e nemmeno un cadavere vero e proprio, di
qualcuno. Ma il lettore non resta deluso.
Si
capisce che Camilleri ce l’avesse con Montalbano. Personaggio ricco, per
l’editore e anche per sé, che lo costringeva a crearci sopra periodicamente una
storia consistente come un romanzo. Mentre a lui piaceva raccontare, a ruota
libera – gli piaceva l’aneddoto, perché sapeva raccontarlo. Migliore
raccontatore sul breve, insieme con Pirandello, di tutto il Novecento – Moravia
e Calvino inclusi, e anche Gadda. Inventivo, e divertente.
È strano che entrambi fossero di Agrigento, o
dei dintorni, ma così è.
Andrea
Camilleri, Il morto viaggiatore, “la
Repubblica”, pp. 47 gratuito col quotidiano
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