La pace sarebbe possibile, come a Oslo
Il
racconto delle trattative informali, e segretissime, tenute nascoste anche alla
Cia, che hanno portato agli accordi di Oslo (1993), tra Israele, primo ministro
il socialista Itzak Rabin, ministro degli Esteri Shimon Peres, e l’Olp di
Yasser Arafat. Tra momenti drammatici, e comici. Tra due “mondi” che non si
erano mai incontrati fino ad allora, ebrei che non avevano mai parlato con un
palestinese e palestinesi che non avevano mai parlato con un israeliano.
Accordi poi in gran parte disattesi, anche per l’assassinio di Rabin da parte di
un israeliano fanatico, ma che comunque portarono alla retrocessione di Gaza e
Gerico all’Autorità Palestinese.
Filmato
dal regista spartanamente, e in forma didascalica, sceneggiando l’opera teatrale (il maggior
successo di J.T.Rogers, premiato sia a Broadway che a Londra, successi di cui
lo stesso Sheer è stato regista) da cui è derivato, il racconto tiene bene per
circa due ore. Sottofondo del film, prodotto e supervisionato da Steven
Spielberg, è che gli Stati Uniti non
vogliono un accordo tra Israele e i Palestinesi, e per questo lo condizionano
al tutto o niente, a una miriade di impegni specifici, anche contraddittori.
Mentre la pace sarebbe semplice, e ha solo bisogno del dialogo, che due che non
si sono mai parlati, e anzi mai nemmeno visti, si incontrino.
Bartlett
Sheer, Oslo, Sky Cinema
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