La rivoluzione dell'euro - il lavoro è più povero
In una cultura che vive di
celebrazioni, nessun accenno ai vent’anni, tra poche settimane, dell’euro, dell’entrata
in funzione dell’euro come moneta di scambio quotidiano. Ci sarà un motivo. Stabilità monetaria massima - soldi a costo
zero, quasi conviene indebitarsi. Ma per fare che? L’Europa, non solo l’Italia,
è perplessa e depressa. Probabilmente perché l’euro ha comportato il più grosso
– inimmaginabile - trasferimento di reddito della storia sociale, della sua
parte documentabile, senza dirlo: dai
percettori di reddito fisso, la metà o qualcosa di più della popolazione,
ai produttori e fornitori di merci e servizi, dalla fabbrica automobilistica al
fruttivendolo – negozianti, commercianti, ristoratori, baristi, macellai,
droghieri, e intermediari di ogni genere, i vecchi, ora dominanti, ceti parassitari. E supermercati, centri commerciali. Si veda nel rapporto consumatori-commercianti: le sigarette da 5 mila lire a 5 euro, il caffè al
banco da mille lire a duemila (un euro), un kg. di frutta da 2-3-4- mila lire a
2-3-4 euro, un kg. di pane, un litro di latte, la carne, il pesce,
l’abbigliamento, la benzina, perfino le tariffe autostradali.
Con, in più (in peggio) dell’effetto reddito,
l’inevitabile incertezza e infine scoraggiamento di quella metà più uno della
popolazione. Col paradigma dell’insicurezza che paradossalmente si è innervato
sulla stabilizzazione – l’euro è un progetto di stabilizzazione monetaria.
Tutto è nato con la fissazione del
valore dell’euro a due marchi tedeschi invece che a un marco. Di cui non è
stata fornita la ragione – strano, ma è così: innumerevoli i saggi sull’euro al
varo, ma non sappiamo perché si è voluto raddoppiarne il valore (per
scoraggiare l’inflazione, si è detto, ma non c’entra nulla – semmai ha
prodotto un’inflazione mascherata, non censita, “furba”: dai prezzi al consumo raddoppiati alle superbollette, di beni e servizi, luce, gas, telefono, spazztura, acqua).
In un sistema fiscale come quello
italiano, basato sulla tassazione del reddito fisso, documentabile, ciò ha
comportato anche la dequalificazione-depressione del lavoro dipendente – in particolare della Funzione Pubblica,
che nel ventennio dell’euro si può dire inselvaggita, inerte. Del lavoro in
quanto forza impiegata, diciotto milioni di persone, che a volte mantengono un
coniuge e un figlio, quindi della metà della popolazione almeno. E in quanto
capacità di entrata e di spesa.
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