La scuola del somaro
Il
libro del maestro che a scuola era un somaro. Non un libro sulla scuola: “Tutti
si occupano della scuola, eterna disputa degli antichi e dei moderni… No, un
libro sul somaro! Sulla sofferenza di non
capire, e i suoi danni collaterali”.
Un
manuale garbato del ripetente – quando ancra ce n’erano, il libro è del 2007,
Feltrinelli lo ripropone ora per i ragazzi di scuola, e i genitori. Un sorriso
di ottimismo: se ce l’ha fatta Daniel Pennac(chioni - nome corso di una famiglia
di professionisti), tutto è possibile.
Daniel
Pennac, che scrive dopo venticinque anni d’insegnamento, “duemilacinquecento
allievi, su per giù, di cui un certo numero «gravemente carenti», secondo
l’espressione in uso”, da bambino era caduto, a Gibuti, il posto più caldo
della terra, sessanta gradi, in una discarica, nella quale era rimasto per ore,
con conseguente setticemia, e mesi di iniezioni di penicillina, dolorose. Ed
era come se il cervello gli si fosse liquefatto: noncapiva più nulla, quindi
non memorizzava, non imparava. Malgrado le tante attenzioni e cure della
famiglia, il padre, i fratelli. Poi, “insomma, diventiamo”. Anche se “non cambiamo
granché. Ci arrangiamo con quello che siamo”.
Un
libro sulla “sofferenza condivisa del somaro,
dei genitori e degli insegnanti”. Che Pennac apre con l’immagine della
madre, “quasi centenaria”, cui il fratello Bernard fa vedere un lungo video sui
successi di Daniel, la quale alla fine chiede: “Credi che se la caverà, prima o
poi?”. Lui, Daniel, l’avevano messo infine in convitto. Dove, tra tante
sciocchezze, da una parte e dall’altra, viene “sanato”, letteralmente, da
quattro insegnanti.
Daniel
Pennac, Diario di scuola,
Feltrinelli, pp. 269 ed. f.c. nelle librerie la Feltrinelli
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