martedì 14 settembre 2021
Letture - 467
A Filippi - Marco Giunio
Bruto - poi, dopo l’adozione da parte di uno zio materno, per questione di
eredità, Quinto
Servilio Cepione Bruto – che Cesare morente sotto le
pugnalate apostroferà “tu
quote, fili mi”, per via di una relazione da lui avuta con Servilia, la madre di
Bruto, giovane, bella e potente, di suo oratore, filosofo, senatore della
Repubblica, fu tormentato a lungo dopo la morte di Cesare dalla visione di uno
spirito che lo minacciava di rivedersi a Filippi – Plutarco, “Dione e
Bruto”.
Risus paschalis – Usavano durante la Quaresima, in vicinanza della Pasqua, storielle spinte raccontate dal pulpito dai predicatori. L’uso era specialmente diffuso in Germania. Lichtenberg lo ricorda nella “Miscellanee”, scandalizzato – la pratica era in uso nelle aree cattoliche. Per tuto il Settecento fu in uso nel Germania meridionale, Svevia e Baviera, un repertorio di storielle spinte a uso dei predicatori, in latino e in tedesco, fu pubblicato nel 1698 da Andreas Stobl, prete cattolico, parroco e predicatore, “Ovum paschale novum Oder Neugefärbte Oster-Ayr”, sottotitolo: “quaranta storie spiritose”.
Trattino – Derivato dall’inglese, il segno ortografico è stato introdotto in Italia
da Ugo Foscolo nel 1813, nella traduzione di Sterne, “A Sentimental Journey through
France and Italy”, del1768), che ne fa largo uso.
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