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Liscio capolavoro
“Betty
Wrong” presenta Elisabetta Sgarbi, e lo schema ludico è chiaro. Inevitabile, vedendo
poi subito di che si tratta: i maestri vecchi-nuovi del liscio, il ballo da
balera, walzer, polke e mazurke, in una Romagna desertica, con un telefono
ancora a gettone, incolbaccati e impellicciati. L’accostamento è inevitabile
con “Buena Vista Social Club”, forse per i venticinque anni del capolavoro per caso di
Wenders. Con un asso nella manica di Wrong-Sgarbi: narratore, e voce e faccia recitanti, Ermanno
Cavazzoni, altro che Ry Cooder - tra Betty-Elisabetta e Cavazzoni siamo a livello di Sorrentino-Servillo.
Si
prosegue con inquadrature da Fellini. Con scene e inquadrature di Fellini, il
romagnolo per eccellenza. Di una Romagna sempre un po’ artica – del Fellini di
“Amarcord”, con la neve, e il nonno perduto nella nebbia spessa - e senza mai un barbaglio
di urbano, solo gore e pioppeti. E le musiche naturalmente: il film è il racconto di
una musica, solare, malgrado il maltempo, carnale, benché di ritmi centro-europei - tra Vienna e la Polonia come Cavazzoni ben ci spiega. Solare per il “sorriso”,
spiega Jovanotti – che si diverte pure lui con la band, con gli Extraliscio. E perché cantate anche bene, da belle
voci di robuste cantanti - c’è pure in cameo
Orietta Berti.
Cosa
manca per il capolavoro? Un po’ di convinzione – un filino di narrazione più
spesso, un montaggio meno fisso? Ma anche Wenders, non è che curasse i ritmi.
Forse un po’ di attenzione: questo “Extraliscio” è ben andato a Venezia, ed è
stato un male, i critici a Venezia devono parlare del capolavoro annunciato, cioè promozionato. Certamente
nelle cineteche, se ancora se ne fanno in casa, verrà conservato. O è il gusto postmoderno,
della copiatura, che stanca: sorprende solo una vota, poi resta inerte, l’ermeneutica
ha questo grosso limite?
Elisabetta
Sgarbi, Extraliscio - Punk da balera, Sky Arte
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