domenica 5 settembre 2021

Ombre - 577

A Napoli la Lega presenta la propria lista fuori tempo massimo. Cioè non proprio fuori tempo: varcando la soglia della prefettura un secondo prima, ma senza ancora essere entrati nell’ufficio elettorale – l’avvocato incaricato di presentare la lista, naturalmente, ha sempre qualcos’altro da fare… In maniera che l’esclusione sia sancita d’ufficio.
In effetti la destra, che probabilmente continua ad essere maggioritaria nel Paese, come ormai da quasi quarant’anni, non governa perché è un’area politica di capi e capetti. Non c’è destra senza ducismo.
 
È innamorato di Salvini, “politico dal carisma straordinario”, l’avvocato italo-congolese Vens Kahumba Mulosi, che ostenta la sua adesione alla Lega che ora lo candida – “sono tesserato”.
L’avvocato assicura anche che la Lega non è razzista – lo è solo con i meridionali?
 
Lukaku: “L’Inter mi ha tolto dalla merda. Ma volevo il Chelsea”. Semplice: la beneficenza non aiuta. Nemmeno nei riguardi di Conte, l’allenatore, che ha “rifatto” Lukaku, cioè lo ha fatto.
 
Dopo l’ “affare Neymar” nel 2017, da poco meno di mezzo miliardo, il suo passaggio dal Barcellona al Psg, garantito dalla società del Qatar in ogni aspetto, anche fiscale, come rivela il quotidiano “El Mundo” - superato dopo tre mesi da Messi con lo stesso Barcellona, un contratto da 555 milioni - “fu la fine della concorrenza”, spiega Capello sul “Corriere della sera”: “I prezzi si sono impennati”, i bilanci sono diventati ingestibili”, grandi società “si sono impantanate”. E ora il calcio è tre società: “Il Chelsea di un ricco russo, il Psg che ha lo Stato del Qatar ale spalle, e il Manchester City di un Emirato”.
 
Peggio, spiega ancora Capello, i ricchi trasferimenti impoveriscono il sistema: “Le risorse derivanti dai trasferimenti non restano nel sistema ma finiscono nelle tasche di giocatori e procuratori”. Negli ultimi dieci anni “sono stati pesi 3,5 miliardi in commissioni agli agenti”.
La cifra è enorme. Senza “sfioramenti” per i direttori sportivi?  
 
Ventidue candidati sindaco a Roma, duemila candidati consiglieri, in trentanove liste. L’abolizione dei partiti politici ha moltiplicato l’arroganza.
 
Molte candidature e molte liste sono state create solo per disturbo: per togliere voti, per prossimità, politica o comunque di seguito politico, al candidato che si teme, a destra e a sinistra, e abbassare la soglia per il ballottaggio. Un voto scarsamente popolare, dominano le tecniche, furbe.   
                                                                                               
“Poverino, va alla scuola di Renzi che predica che i poveri devono soffrire senza reddito di cittadinanza”, Barbara Collecchio (Bartezzaghi la chiama Collevecchio), “analista junghiana”. “Barbara, questo tweet è aberrante. Te la prendi con un ragazzo di 21 anni  per un orologio. Vergognati e chiedi scusa”, Carlo Calenda, “candidato sindaco” (di Roma). Sui social e su “la Repubblica”, il loro giornale. Ribolle così a Roma a sinistra la campagna per il sindaco.
Il veltroniano Pd è stato una scuola rovinosa? E “Renzi che predica che i poveri devono soffrire senza reddito di cittadinanza”: davvero Collecchio-Collevecchio è analista, in esercizio?
 
“Gli spaghetti al pomodoro non hanno prezzo”, decreta entusiasta il gastronomo del “Venerdì di Repubblica” Melilli: “Lo chef Fulvio Pierangelini li faceva pagare 50 euro”. Davvero, venti anni fa? E c’era chi li mangiava? Poi dice che il tycoon è americano, il riccastro, e un po’ trumpiano - come se Trump fosse scemo.
Anche la gastronomia è sui giornali come la critica letteraria, serve a fare pubblicità.   
 
Il segretario Pd si candida a Siena senza il simbolo del suo partito. Per non dispiacere ai 5 Stelle, certo, che ne appoggiano la candidatura. Ma un segretario? Un partito succube di Grillo? Potrebbe chiamarsi portavoce. Di un partito del Dubbio.
 
Si scopre ora che Donnarumma è stato assunto al Psg, ad altissimo prezzo, per fare la riserva a Navas. E anche ora si minimizza. Il giornalismo al servizio del procuratore del calciatore. Fantastico. Pazzesco.
 
Dei tre filosofi che obiettano la libertà no vax, uno, Vattimo, è anche per i vaccini (“ci si può vaccinare, certo, perché no?), effetto dell’età, uno, Cacciari, insegue Sgarbi come personaggio tv, e uno, Agamben, presume solo di sé - in un certo senso è auto vaccinato. Ma, e la filosofia?
  
Non ci sono solo i filosofi, c’è anche Landini, il capo della Cgil. Uno che è l’ospite “preciso” dei talk-show in tv: l’attesa, promettente, con gli sguardi, l’attacco sornione a inizio intervento, come il ciclista scalatore nel lungo preambolo in pianura, poi lo scatto-botto, alla Sgarbi – applausi. Si assiste così all’invereconda scena della Confindustria che vuole tutti vaccinati. Responsabilmente:  non si può fermare la produzione perché c’è un contagio, la produzione richiede accordi e impegni specifici, scadenze, penali, eccetera. È una cosa seria. E ha di fronte, a protezione dei lavoratori, un saltimbanco. Moderno, certo.


Capita di incontrare un amico di vecchia data, medico, chirurgo, che oppone, con veemenza, il bugiardino del vaccino anti-covid. Come se il bugiardino della Aspirina fosse più tranquillizzante. Sono persone che hanno avuto paura, sin da bambini, della iniezione? E fanno i chirurghi? No, sono - medici, adulti, di esperienza - fautori del complotto. A partire da Israele, naturalmente. 
Ecco, dove è finita la politica. In assenza di ideali, di un progetto, di un impegno in positivo, si vive di scemenze. 

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