Perché tante bugie sul nostro Afghanistan
Perché l’ambasciata italiana a Teheran
ha chiuso a Ferragosto, tutti rientrati, anche se c’era molto lavoro da fare,
soprattutto per i rimpatri? Unica fra tutte le ambasciate europee. C’è stato un
ordine, evidentemente, poiché per tutti erano previsti mezzi e tempo per il
rientro.
Si continua a eroicizzare Tommaso
Claudi, il giovane che la foto immortala mentra solleva un bambino per
salvarlo, come il console a Teheran, mentre è un operatore dell’ambasciata che
è rimasto volontariamente a Teheran - un funzionario della sezione commerciale,
terzo funzionario della sezione commerciale di un’ambasciata di secondo rango e
sede disagiata.
C’era una volta un ministero degli
Esteri intelligente e attivo. È ora un poltronificio? Di incapaci? E il ministro,
che ci sta a fare?
All’arrivo – previsto e organizzato - a
Ciampino degli Afghani che sono riusciti a valersi del ponte aereo italiano non
c’era nessun interprete (“mediatore culturale”): si è andati avanti con un po’
di inglese maccheronico, a gesti, e nella confusione. Gli Esteri dicono che
toccava all’Interno…
Non solo l’ambasciata è stata chiusa
senza necessità, ma non sono state date disposizioni per l’imbarco verso l’Italia
delle persone cui a Herat, a Kabul e altrove era stato concesso il visto con la
promessa d’imbarco. Persone che hanno dovuto sorpassare ostacoli incredibili per
presentarsi all’aeroporto a Kabul, molte
le donne, con figli, hanno trovato i Carabinieri che non sapevano che farsene
dei loro lasciapassare.
Un minimo di autocritica? Ci sarà sempre
una Farnesina capace solo di scappare, e un Interno incapace, dopo quaranta o
cinquant’anni di immigrazione di massa, di gestire gli arrivi, con un po’ d’inglese
e qualche regola, comprensibile?
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