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Andare all'inferno con Dante - ma viene meglio scritto
Dalle
figurazioni dell’“Inferno” di Dante, dipinti, incisioni, disegni, miniature,
sculture, con due film muti dei primi anni 1920, a quelle del diavolo, fino
alla guerra, il carcere, la fabbrica, il manicomio. Per ultimo le stelle, in qualche
dipinto o incisione, nei versi di Leopardi e di Rilke, e nelle immagini in movimento del firmamento con il
telescopio spaziale Hubble.
Un
viaggio figurativo del Male, in età moderna e contemporanea. Dal Beato Angelico
alle incisioni di Goya e di contemporanei spagnoli e catalani. Clair, storico dell’arte
(“Critica della modernità”), Accademico di Francia e curatore di mostre, ha voluto ricordare in questo
modo il centenario di Dante, di cui si sono concluse le celebrazioni.
Una
mostra che fa epoca. E per più aspetti sorprendente, con la “Caduta degli angeli ribelli” di
Andrea Commodi, primo Seicento, un dipinto e un pittore tenuti nelle segrete
degli Uffizi, che la mostra squaderna anche in rilievo 3D, o col “Diavolo”
frontale monumentale di sir Thomas Lawrence, tardo Settecento: un tripudio di
corpi maschili in ogni posizione. Ma, indirettamente, è un omaggio alla
parola di Dante, rispetto alle immagini che pure tanti artisti di nome hanno
provato a ricavarne – la lista dei nomi che le Scuderie e gli organizzatori possono
vantare è lunga, ci sono anche Rodin, con grandi progetti, Bosch, Breughel il
Vecchio, i napoletani Salvator Rosa e Monsù Desiderio, Delacroix, Bouguereau,
Manet, Balla, Otto Di, et al. - ma
forse poco ispirati.
Jean
Clair, Inferno, Scuderie del
Quirinale
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