Giallo filosofico, sotto osservazione
Un
guazzabuglio. Una mezza pagina folgorante avvia un racconto balordo, di
balordi, con la scusa che tutti osserviamo e siamo osservati – c’è dispendio di
fotografi, registi, operatori, spie e satelliti spia. Aggravato dall’ortografia
alla Bernhard - quella ridotta alla virgola, di cui il tedesco non può fare a meno,
altrimenti non si capisce. Caricatura in terza persona del monologo interiore oflusso di coscienza, joyciano e bloomberghiano - ma in Bernhard il periodare incessante è dell’io, come il flusso di coscienza, e di maestria musicale, qui si pretende in terza persona - e senza ritmo: un guazzabuglio.
Il
quinto o il sesto dei “gialli filosofici” di Dürrenmatt, da cui tenersi alla
larga.
La
vecchia traduzione Marcos y Marcos di Giovanna Agabio, rivista da Roberto Cazzola,
probabilmente non peggiora il risultato (potrebbe?) ma non lo migliora – sono
da compiangere due traduttori invece di uno.
Friedrich
Dürrenmatt, L’incarico, Adelphi, pp.
107, € 15
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