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I danni del populismo scolastico
Chi
parte avvantaggiato se la cava, gli altri annaspano, per lo più perdono
l’occasione della scuola pubblica gratuita in ogni ordine e grado. Per troppa
bontà, il marchio della sinistra post sovietica, senza più altra causa. La
pedagogia di don Milani prima, la riforma Berlinguer a fine Novecento, hanno
distrutto la scuola. Hanno condannato i meno abbienti all’analfabetismo di
ritorno, che oggi è una barriera a ogni ingresso – eccetto i lavori meniali: in
ogni occupazione oggi bisogna saper compitare, e capire, e anche, un minimo,
anche a fare solo il salumaio, a scrivere.
Non
è la prima volta che don Milani viene sotto accusa, l’annullamento della
funzione pedagogica. Anche da sinistra, dalla sinistra politica che si è
adagiata nella riforma Berlinguer del 1999-2000. È una falsa utopia, si sapeva
e ora si vede, in abbondanza, che i
saperi si hanno e non si conquistano, che all’educazione basta la disponibilità
(empatia) dell’insegnante.
La scuola progressista come macchina della disuguaglianza, dichiara la copertina. I
coniugi Ricolfi-Mastrocola non sono trinariciuti. Ricolfi, allievo di Claudio
Napoleoni, laureato a addottorato su Marx, è evoluto in senso liberale ma non
di destra. Mastrocola, un passato giovanile da insegnante di liceo, da sempre
scrive contro, in saggi, racconti e poesie, pubblicata più spesso da Laterza,
pilastro del Pd, e Einaudi: contro la scuola insensata che punta verso il basso,
facendosi un dovere di ignorare il meglio. Con l’esito peraltro, malgrado il pauperismo
di programma, o a causa di esso, di lasciare un allievo su due, il più sprovveduto,
inerme e senza difese. Del resto, la scuola che descrivono è quella che tutti vediamo
- la loro è una critica al populismo di sinistra.
Paola
Mastrocola-Luca Ricolfi, Il danno
scolastico, La nave di Teseo, p. 272 € 19
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