venerdì 29 ottobre 2021

I danni del populismo scolastico

Chi parte avvantaggiato se la cava, gli altri annaspano, per lo più perdono l’occasione della scuola pubblica gratuita in ogni ordine e grado. Per troppa bontà, il marchio della sinistra post sovietica, senza più altra causa. La pedagogia di don Milani prima, la riforma Berlinguer a fine Novecento, hanno distrutto la scuola. Hanno condannato i meno abbienti all’analfabetismo di ritorno, che oggi è una barriera a ogni ingresso – eccetto i lavori meniali: in ogni occupazione oggi bisogna saper compitare, e capire, e anche, un minimo, anche a fare solo il salumaio, a scrivere.
Non è la prima volta che don Milani viene sotto accusa, l’annullamento della funzione pedagogica. Anche da sinistra, dalla sinistra politica che si è adagiata nella riforma Berlinguer del 1999-2000. È una falsa utopia, si sapeva e ora si vede, in abbondanza,  che i saperi si hanno e non si conquistano, che all’educazione basta la disponibilità (empatia) dell’insegnante.
La scuola progressista come macchina della disuguaglianza, dichiara la copertina. I coniugi Ricolfi-Mastrocola non sono trinariciuti. Ricolfi, allievo di Claudio Napoleoni, laureato a addottorato su Marx, è evoluto in senso liberale ma non di destra. Mastrocola, un passato giovanile da insegnante di liceo, da sempre scrive contro, in saggi, racconti e poesie, pubblicata più spesso da Laterza, pilastro del Pd, e Einaudi: contro la scuola insensata che punta verso il basso, facendosi un dovere di ignorare il meglio. Con l’esito peraltro, malgrado il pauperismo di programma, o a causa di esso, di lasciare un allievo su due, il più sprovveduto, inerme e senza difese. Del resto, la scuola che descrivono è quella che tutti vediamo - la loro è una critica al populismo di sinistra.
Paola Mastrocola-Luca Ricolfi, Il danno scolastico, La nave di Teseo, p. 272 € 19

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