mercoledì 20 ottobre 2021

Il lieto fine lo perdona il paesaggio

E vissero felici e contenti, il vizio dichiarato della serie Rai, “Purché finisca bene”, una storia dall’esito scontato, una sfida?, si perdona qui con gli sfondi delle rocce di Scila e delle spiagge di sabbia di Pizzo e lo Zambrone - di fronte, vicino, a portata di mano (da qui il titolo, il fenomeno ottico Fata Morgana) la  Sicilia. Il friulano Oleotto trova anche la misura giusta, senza sottolineature, né della calabresità della protagonista né della milanesità dell’antagonista-poi-si-sa-come-va-a–finire ambrosiano – peraltro oriundo. Supportato da Nicole Grimaudo che sembra intagliata nel ruolo, di madre single tanto attiva quanto confusa e confusionaria. E da Davide Iacopini incredibilmente sobrio, in tutte le sfaccettature del personaggio.
Su un pretesto banale (due donne di Scilla vogliono diventare armatrici, di una “spadara” – le barche con l’altissimo pennone, che stanno lì per le foto, i giapponesi con i pescherecci d’altura da mezzo secolo ormai avendole messe fuori corso) e una localizzazione turistica (malocchio, magia, superstizioni, giaculatorie – san Cipriano a Scilla?), la storia di buoni sentimenti riesce comunque a decollare. La sceneggiatura si riscatta con i dialoghi, la regia con i ritmi, il racconto non mostra mai la sua inconsistenza.
Matteo Oleotto, Tutta colpa della Fata Morgana, Rai 1

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