Popolare Sondrio contro Cimbri
Sondrio
ha paura, Cimbri è troppo potente. Ci sono molti valtellinesi a Roma, erano
panettieri e pizzicagnoli, e ci sono nella capitale molte, prospere, filiali
della Banca popolare di Sondrio. Ma romani in Valtellina evidentemente no, e il
romanissimo invadente Cimbri che si è comprato il nove e mezzo per cento della
Popolare, in previsione del passaggio entro l’anno dalla popolare alla Spa, resta sempre fuori dalla porta. I 150
mila soci hanno paura, il consiglio d’amministrazione e la direzione generale fanno
finta di nulla. Solo provano a rimandare la definitiva trasformazione in Spa
entro l’anno. Non sapendo in realtà quanto Cimbri può mettere sul piatto, oltre
al 9,5 per cento dichiarato a norma Consob.
Del
tentativo di rinvio, ora comprovato dalla pubblicazione degli scambi epistolari “privati”
col presidente della Consob Savona, già questo sito aveva dato conto. La
pubblicazione delle lettere ha aggravato l’allarme a Sondrio: si ritiene opera
di Cimbri, che a questo punto sarebbe molto potente in sede Consob, o all’interno
della stessa Popolare. Il proposito è - non c’è alternativa se la Spa è
indilazionabile - di stemperare Cimbri, ritenuto solo un raider, un invasore, con un’altra minicorazzata della stessa temperie
culturale e territoriale della Sondrio, Bpm, il Banco popolare di Milano, che ha
saputo venire a capo del traumatico passaggio a Spa.
Nello
scambio con Savona non ce n’è traccia, ma il parere era stato chiesto per poter
organizzare la fusione in contemporanea col nuovo statuto giuridico.
Nessun commento:
Posta un commento