L’autore è un cannibale
L’amicizia
come cannibalismo. Anche la scrittura. Reciproco, fra personaggi e autore. Non
materiale, mentale, ma con lo stesso effetto: qualcuno scompare.
Sceneggiato,
parlato e ambientato come un film di
Woody Allen (un altro, dopo il tedesco
“Divine”). Un cinema da camera. Sul filo non nuovo dell’autore come cannibale. Un
film teatrale, come molti di questo anno e mezzo di clausura: in ambienti
ristretti, con pochi personaggi, quindi parlato, molto, e tuttavia vivace. Un
palcoscenico per le protagoniste, soprattutto Meryl Streep, diminutiva, soave
mattatrice, Candice Bergen, gonfia e cattivissima (fu modella e fotografa, attrice bionda fidanzata a Kissinger nel 1973, per fugarne i sospetti di omosessualità, e la
moglie di Louis Malle), Dianne West.
Alice
Hughes, scrittrice celebre e ora afasica, deve andare in Europa. In
pellegrinaggio alla tomba di Blodwyn Pugh, che Facebook dice scrittrice gallese
di fine Ottocento-primo Novecento, come dire della scrittura fine a se stessa,
senza audience. E per ritirare un premio
– un progetto-disegno dell’editore per tentare di “muovere” i suoi libri, in classifica e al banco. È una
scrittrice piuttosto attenta, non l’artista tra le nuvole – si occupa di un nipote,
che ha tirato su come un figlio. Ma con strane lentezze. In Europa non può
andare perché non può prendere l’aereo. L’editore opta allora per la nave. Lei acconsente
ma vuole poter fare il viaggio con due amiche di gioventù. È l’avvio di una
vicendevole scoperta di funzioni cannibaliche. Che il finale rivela, rivelando
la vera ragione del viaggio sulla “Queen Mary”.
Steven
Soderbegh, Lasciali parlare, Sky
Cinema
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