lunedì 11 ottobre 2021

L’autore è un cannibale

L’amicizia come cannibalismo. Anche la scrittura. Reciproco, fra personaggi e autore. Non materiale, mentale, ma con lo stesso effetto: qualcuno scompare.
Sceneggiato, parlato  e ambientato come un film di Woody Allen (un altro, dopo il tedesco “Divine”). Un cinema da camera. Sul filo non nuovo dell’autore come cannibale. Un film teatrale, come molti di questo anno e mezzo di clausura: in ambienti ristretti, con pochi personaggi, quindi parlato, molto, e tuttavia vivace. Un palcoscenico per le protagoniste, soprattutto Meryl Streep, diminutiva, soave mattatrice, Candice Bergen, gonfia e cattivissima (fu modella e fotografa, attrice bionda fidanzata a Kissinger nel 1973, per fugarne i sospetti di omosessualità, e la moglie di Louis Malle), Dianne West.
Alice Hughes, scrittrice celebre e ora afasica, deve andare in Europa. In pellegrinaggio alla tomba di Blodwyn Pugh, che Facebook dice scrittrice gallese di fine Ottocento-primo Novecento, come dire della scrittura fine a se stessa, senza audience. E per ritirare un premio – un progetto-disegno dell’editore per tentare di “muovere” i suoi libri, in classifica e al banco. È una scrittrice piuttosto attenta, non l’artista tra le nuvole – si occupa di un nipote, che ha tirato su come un figlio. Ma con strane lentezze. In Europa non può andare perché non può prendere l’aereo. L’editore opta allora per la nave. Lei acconsente ma vuole poter fare il viaggio con due amiche di gioventù. È l’avvio di una vicendevole scoperta di funzioni cannibaliche. Che il finale rivela, rivelando la vera ragione del viaggio sulla “Queen Mary”.  
Steven Soderbegh,
Lasciali parlare, Sky Cinema

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