sabato 2 ottobre 2021

Ombre - 581

Dunque, ci sono i “giornalisti sotto copertura”. Che militano per mesi o anni nell’estrema destra, e scoprono che i fascisti si salutano col saluto romano. E che si bara sulle iscrizioni al partito, e sulle quote di iscrizione. Il tutto da “vendere” a un talk-show. Alla vigilia di elezioni, così si fa il botto.
Non è giornalismo, è militanza. Lecita, e anche benvenuta. Ma che miseria.
 
Un tempo la “denuncia” era di destra – del potere, che per antonomasia è di destra. Spiate, dossier, rivelazioni, tutto sempre telecomandato, per i bisogni arcani del potere. In Italia, da decenni ormai, dal “Corriere della sera” di Ottone, che usava perfino giornalisti dei servizi segreti, poi da “la Repubblica” di Scalfari e dal “Corriere della sera” di Mieli, i giornalisti-confidenti-denunciatori sono di sinistra – confidenti dei servizi segreti, e delle Procure della Repubblica. È la destra che si è spostata a sinistra, o la sinistra che è andata a destra?  
 
“La Repubblica” ne dà un esempio oggi, con l’intervista, eccezionalmente fruibile senza spesa,
https://www.repubblica.it/cronaca/2021/10/01/news/il_pm_i_reati_ci_sono_stati_e_gravi_ma_umanamente_sono_dispiaciuto_-320334592/
il grido di dolore del dottor Permunian. Questo dottore, giudice di prima nomina a Locri, una delle aree di maggiore mafiosità al mondo, se l’è cavata perseguitando per cinque anni, con i colleghi Ezio Arcari e Marzia Currao, e col capo della Procura Luigi D’Alessio, il grande criminale Lucano, sindaco di Riace, su denuncia, risultata infondata, di un paesano invidioso, vedendoselo condannato al doppio della pena  da lui richiesta, con una requisitoria di dieci ore (dieci ore). A uno così il quotidiano lava la coscienza.
 
“Sono dispiaciuto”, dice il giudice. Aggiungendo, infine sincero: “Risalirò in Veneto, o in Friuli”. Spitzenkandidat  d’ora in poi di Salvini per ogni grande incarico, con la protezione della sinistra – della sinistra del giornale ex di Scalfari. Un dottore in perfetto stile leghista – magari non da salviniano (“sono stato in Africa”), anzi da chierichetto, contro il ladro di elemosine: è sceso al Sud, ha fatto sporco anche il pulito, se ne risale.  
 
La condanna di Lucano al doppio della pena richiesta dall’accusa, è un atto politico dei giudici del Tribunale, il presidente della sezione Penale del Tribunale, Fulvio Accurso, e la sua ancella e il suo damo del collegio giudicante. Che si lavano la coscienza dando per scontata l’assoluzione di Riace in Cassazione (le spiegazioni che Permunian e D’Alessio, e lo stesso Accurso, ne danno sono da “sentenza suicida”), se non già in Appello. Ma che giustizia è questa? Nemmeno si può dire politica, come lo Stato-mafia in scena a Palermo: è spasso, divertimento, goliardia. Senza responsabilità: giudici e sbirri in Italia possono fare quello che vogliono. Basta non uscire per Locri. 
 
“Mohammed Osman Boburi, conosciuto nelle migliori accademie internazionali, è stato costretto a dimettersi da rettore dell’università di Kabul. Al suo posto i talebani hanno messo Ashraf Ghairat, guerrigliero senza laurea che ha subito escluso le donne”. Che notizia è?
Ghairat è guerrigliero? I talebani sono guerriglieri o terroristi?
 
Tutto in effetti nell’affare Morisi appare organizzato. Compresa l’intervista del capo della Procura di Verona, Angela Barbaglio, al “Corriere della sera”: “Ho l’assoluta certezza che nulla è stato detto da noi e posso assicurare che nulla è stato detto dai carabinieri, quindi sinceramente non capisco proprio questa uscita”. L’uscita no, si capisce: è (l’inizio di?) una campagna di demolizione, della Lega  nel suo punto debole-forte, l’immigrazione e la malvivenza. Quel che non si capisce è la certezza: Barbaglio come Muzio Scevola?
 
La Procuratrice Capo di Verona, 69 anni, quindi alla pensione, sembra divertirsi un sacco: “Si tratta di una storia banale, che risale alla scorsa estate”, “la denuncia risale al 14 agosto”, “per noi è un fatto antico”, “che motivo avremmo avuto di far uscire adesso la notizia?” . Già, che motivo?

Si diverte tanto, la Procuratrice Capo, che denuncia Morisi per il possesso di 0,31 grammi di cocaina  zero trentuno. Occhio di lince, della Procuratrice o dei Carabinieri. Senza nessun senso del ridicolo, per i cronisti che pensosi accolgono la notizia. Ed è il solo ritrovamento di droga a Verona e dintorni? 

E quanto, e da chi, sono stati pagati i due gigolò rumeni della trappola, che da cinquemila euro a notte, duemilacinquecento anticipati, sono passati a zero - nessuno li chiama più? Come faranno a pagarsi la droga - certo di modica quantità, meno dello 0,31 grammi?

Unicredit  prosegue nel massimo silenzio le trattative, con Roma e con Siena, per acquisire il Monte dei Paschi. Cioè, non proprio nella segretezza: si fa dire che della operazione sarebbe opportuno fosse parte il Banco Popolare di Milano - ex, ora Bpm. Che non è una nocciolina.
È una operazione politica questa acquisizione-salvataggio di Mps, oppure una di mercato? Unicredit, Mps, Bpm non sono sul mercato, al listino, sotto il controllo della Consob - non dovrebbero informare su negoziati e trattative, specie se acquisizioni?
 
Mourinho le vince tutte ed è un delirio. Perde il derby ed è un delirio in senso opposto. Immediato. Generale senza eccezioni. Violento, un bulldozer, su carattere, passato, tattica, comunicazione. Non solo Mourinho, il direttore sportivo è insultato, i calciatori uno per uno, perfino Trigoria, il centro sportivo. Solo la proprietà americana – “i Friedkin” – è risparmiata: i soldi si rispettano.
 
Non è Roma, è la Roma dei romanisti - i laziali non sono  da meno, una sconfitta e crolla tutto, ma si vedono, o sono, meno. Nei social, nelle radio, nelle cronache di Roma, niente è risparmiato, e i commenti che si sentono, esacerbati, al mercato, al bar. Non è tifo, è una religione, paurosa.  
 



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