Secondi pensieri - 460
zeulig
Amore - È bellezza. Cioè una proiezione
felice di se stessi. Ci innamoriamo di, ammiriamo, onoriamo la bellezza. Di una
persona, un elemento, una veduta. Cioè di un’immagine, che è nostra – la persona
può non rispondere ai canoni, peraltro mutevoli, della bellezza, di persone
giovani e di persone mature, dei luoghi c’è l’amore del semplice, del
geometrico (il palazzo, il giardino all’italiana), del pittoresco, dell’orrido.
Ammiriamo, onoriamo, ci
innamoriamo - o disamoriamo quando non proiettiamo più sull’oggetto dell’amore
l’immagine della bellezza – per motivi soggettivi, anche quando li vogliamo
oggettivi (un niente può rompere l’incanto, una frase, un suono, uno sguardo).
Autenticità – Eigentlichkeit , autenticità, è in
tedesco ciò che si possiede in proprio, in primo luogo se stessi. È all’origine
liberarsi dal “cane da maiale” interno.
Il “gergo dell’autenticità”, dileggiato da Adorno nell’opera omonima
(“Il gergo dell’autenticità”) è fatto risalire da Johann Chapoutot, “La norme
nazie à l’école de l’antiquité”, a una pratica e a un’espressione di caccia
antica, “liberarsi del cane da maiale interiore” – espressione “utilizzata dai nazisti
e ancora molto corrente in Germania”. Liberarsi da tutto ciò che indebolisce il
carattere: “L’espressione (liberarsi dal cane da maiale interiore, n.d.r.) è
derivata da una pratica cinegetica antica, che consiste a stancare il cinghiale
(maiale selvatico) con i cani da caccia, fino a che sia troppo stanco per
fuggire o per caricare. Lo Schweine-Hund,
il cane da maiale, così utilizzato è l’animale che consegna il combattente al
suo boia. Metaforicamente, il «cane da maiale interno» è ciò che indebolisce il
carattere. Corrente nelle SS, l’espressione è oggi in voga nei centri sportivi
urbani…”
Automobile – L’oggetto
epocale. La “cosa”, il feticcio. Che ha dominato il Novecento e ora si tenta di
domare - derubricare dal piedistallo e quasi dalla beatificazione (la velocità,
il viaggio, l’annullamento dello spazio). Richiama il mito d Fetonte, il figlio
del dio Elio, il sole, che chiese al padre e ottenne di poter guidare il carro
del Sole, ma, perduto il controllo dei cavalli, incendiò mare e terra – finché
Giove non lo uccide con un fulmine.
Beatitudine – Può essere –
è in Rilke – Seeligkeit, piuttosto
che Seligkeit: cioè qualcosa che ha
da fare con l’anima, e quindi col “divino in noi” (Rilke è di religiosità profonda
e vasta, perfino invadente, anche nei concetti che si penserebbero più remoti,
eros, polemos, natura). Un approccio – un legame – che è della stessa parola nel
corrispondente italiano.
Darwinismo – La Bibbia si
può dirne la base, nel “Genesi” e dopo: l’uomo viene dopo gli altri animali, ed
è fatto di fango. Viene a capo di una evoluzione, ed è prodotto della terra.
Denaro – Ha potere
assoluto, in senso metaforico e metafisico prima che politico o di forza? Così
Marx lo tratteggia nei “Manoscritti economico-filosofici del 1844”, commentando
come soleva, da filologo mancato, il “Faust” di Goethe. Là dove Faust si
consola: “Ah, diavolo! Certamente mani e piedi,
testa e sedere sono tuoi! Ma tutto quello che io posso godermi allegramente
non è forse mio?” In particolare il denaro,
grazie al denaro: “Se posso pagarmi sei stalloni, la loro forza non è
forse la mia?”. Col commento: “Le caratteristiche del denaro sono le mie stesse
caratteristiche e le mie forze essenziali, cioè sono le caratteristiche e le
forze essenziali del suo possessore. Ciò che io sono e posso non è quindi
determinato dalla mia individualità. Io sono brutto ma posso comperarmi la più bella
tra le donne. E quindi io non sono brutto,
perché l’effetto della bruttezza, la
sua forza repulsiva, è annullata dal denaro”.
Ermeneutica – Non c’è
niente come l’insensato per produrre interpretazione”, U. Eco (“Non sperate di
sbarazzarvi dei libri”), l’autore del trattato sull’interpretazione.
Erotismo – Si autocelebra,
è autoerotismo in Platone come in Rilke. Nella riflessione (argomentazione,
lirismo, Accensione-invasamento), cioè nell’autosuggestione. Ciò ne spiega la
brevità, connessa all’intensità, l’occasionalità (abruptness, amour fou),
l’intercambiabilità (di fisico, viso, sguardo, voce, allure). L’Altro è una sorta di pietra focaia, su cui accendersi di
scintille, colorate, calorose e labili - qualcosa più di un botto, ma di meccanismo
analogo: riempito e sigillato alla stessa maniera, per esplodere e finire.
Europa – Tra Stalin e
Hitler, 1933-1953, venti anni appena del secolo XX, cento milioni di morti per
violenza sono state censiti. Più, forse, che in tute le guerre della storia, la
Prima cruentissima guerra mondiale compresa. La civiltà europea è - è stata - l’anticristo
all’opera? La religione statale, statalista?
Fine del mondo – È
fantasia occidentale? È biblica – dal diluvio. E ricorrente. È sintomatico che
ricorra, come oggi, in periodi di massima affluenza storica – di affluenza
(ricchezza, sicurezza, benessere) maggiore che in precedenza, nuovo record. È
una forma di scongiuro, apotropaica? C’è un bisogno di sentirsi-essere insicuri
per garantire il futuro?
L’ideologia della crisi non è un’ideologia, è un dato, un modo di
essere. Un sedimento utilitaristico: prepara e consente il futuro, in un percorso
elicoidale di progresso-soddisfazione-crisi-progresso.
Gioconda - L’equivoco
del dipinto è nel nome. “Mona Lisa” non è propriamente gioconda. Ha la posa e
l’espressione della Sfinge del Cairo. Come Leonardo non la conosceva ma come l’ha
vista, vissuta e descritta Rilke, e di fatto per ogni osservatore.
La stessa sensazione di Rilke si può presumere che Leonardo abbia vissuto
altrimenti. A nche non nella situazione di Rilke – viaggio (spaesamento),
tramonto, notturno lunare, spazio vuoto di turisti, che l’espressione della
Sfinge traducono in luce incerta, in suono inarticolato.
Ideologia – Si può dirla
radicata, antropologicamente. La Russia, che sembrerebbe essere stata patria
del sovietismo (la rivoluzione marxista-leninista) per caso, a trent’anni di
distanza dal sovietismo continua a considerarsi, oltre che a essere
considerata, inassimilabile – al mercato, al liberalismo, all’Occidente. Il Vietnam
invece, che ha combattuto una guerra lunga e cruenta contro il capitalismo e il
liberalismo, vi si è subito adattato. La Cina, pur essendo controllata d a un
partito Comunista molto intromettente, non ha visto l’ora di adeguarsi al
mercato più liberista.
Immagine – È soggettiva,
direttamente, senza infingimenti: il nocciolo nudo della conoscenza – la
conoscenza in immagine invece che in parole. In disegno, pittura, scultura,
anche in pellicole, è come nella scrittura: una proiezione. Una creazione,
l’immagine è interiore. Anche quella della vista, di una persona, un ambiente,
un evento. È la “immagine del cor” di Michelangelo, come nota Hillman, lo
psicagogo dell’immagine, dell’immaginazione al comando (James Hillman-Silvia
Rochey, “L’ultima immagine”) – “Amor, la tua beltà non è mortale:\ nessun volto
fra noi è che pareggi\ l’immagine del cor, che ‘nfiammi e reggi\ con altro foco
e muovi con altr’ale”.
Infanzia - E d’uso evocarla, in
letteratura, al cinema, in analisi. Non una qualsiasi, osservabile, la propria.
Aguzzando la memoria – la memoria aguzzina? Deducendo, da ogni sia pur vago
indizio. Contestualizzando, “realtà” storiche, familiari, amicali, memorialistiche.
Il ritorno all'infanzia, con qualche fondo di verità, esplorando il più
possibile con consapevolezza, oltre che determinazione, non è il ricordo di un
sogno. È un ritorno sempre vigile. Specie quando è sottoposto a un controllo
rigoroso, il più possibile.
Riso – È sociale, una
forma di condivisione? Umberto Eco: “Si veda un film comico da soli. Non si
ride” (J.-C.-Carrière-U.Eco, “Non sperate di liberarvi dei libri”). Ma un libro
comico – ce n’è, anche di Eco –si legge quasi necessariamente da soli. E si
ride.
zeulig@antiit.eu
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