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Senza respiro per lo spettatore
Un
film più “canadese” che americano, freddo. Proposto nel genere thriller, in
realtà è più dal lato horror.
Una
famiglia colpita dai lutti (un figlio morto in un incidente stradale, la madre
coinvolta nell’incidente, anche se salva) vive tutto sommato serena. Il mite
padre, Casey Afflek, psicologo, è anzi in
n momento di euforia, sperimentando con una giovane paziente una cura
che dà frutti – utile anche a lui per i suoi disturbi. Senonché la ragazza si
uccide, per motivi suoi. E nulla è più come prima. Il genio del male, il fratello
della suicida, si inserisce nella famiglia, e la dissolve.
È “Teorema”
di Pasolini. O, senza la ieraticità, di “Cape Fear – Il promontorio della paura” di
Scorsese. Qui non c’è un vendicatore feroce (De Niro). Il vendicatore è un
giovane suadente, ma il terrore che provoca dura quasi un’ora, più della metà
del tempo.
Vaughn
Stein, Every breath you take – Senza
respiro, Sky Cinema
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