Un po’ di Fazio (Antonio) a palazzo Chigi
Paola
Ansuini, neo portavoce di Draghi a palazzo Chigi, ex Banca d’Italia, alla quale si deve la idea mevigliosa (Merkel) della foto-ricordo del G20 con i sanitari, è anche ex
collaboratrice di Antonio Fazio. Un ripescaggio importante da parte del
presidente del consiglio, successore di Fazio alla Banca d’Italia, una
continuità che non si sottolinea abbastanza. Potrebbe infatti indicare come
Draghi, col fido ministro del Tesoro Franco, intende muoversi nei confronti del
mondo bancario: con la severità del paterfamilias,
del maestro di scuola, come già Fazio? La riduzione dei benefici fiscali al
gioco delle fusioni ne è probabilmente un altro segno.
Fazio
governò la Banca d’Italia nella trasformazione delle banche di credito ordinario
in banche universali, e organizzò il salvataggio dei grandi banchi pubblici
attraverso provvide fusioni. Il suo governatorato delineò, dopo Menichella, il
mondo bancario italiano. Con risentimento di Milano, specie del patron del gruppo Intesa, Giovanni
Bazoli, che ne avversò la pratica, ben più di una moral suasion, come intromissione indebita. Tra polemiche aperte, e
coperte – Fazio impedì a Bazoli di prendere il controllo di Generali.
Ansuini
seppe difendere Fazio. Ma non contro la Procura di Milano. Che intercettò Fazio
a tutto spiano, anche nei corridoi di casa, finché non trovò di che farlo condannare,
in uno dei tanti salvataggi da lui predisposti, di Antonveneta con la Popolare
di Lodi. Dopodiché la piazza fu libera per il gioco degli M&A, merger-and-acquisitions.
Una
storia interessante, piena di trabocchetti, e di soldi a fiumi, che però non si
racconta. Antonveneta finirà nel calderone Monte dei Paschi di Siena, il più
grosso scandalo bancario dopo quello della Banca Romana 130 anni fa. Nella stessa
area politica di Bazoli, della Procura di Milano, dei Tribunali milanesi compiacenti.
La stessa che ha propiziato e favorito il gioco degli M&A, con provvigioni
per tutti, di centinaia di milioni, di euro – prima e con più determinazione di
Berlusconi, di Tremonti con Berlusconi.
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