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Chi lavora non vota – o gli operai non votano Lega
Un riesame del voto
delle amministrative conferma che il centro-sinistra, aggiudicandosi dieci
capoluoghi di provincia su quindici, ha raddoppiato il risultato del voto
precedente, da cinque a dieci città, con Roma e Torino nel numero. Ma il.
centro-destra è cresciuto ancora al Nord, nei centri urbani di media grandezza,
sopra i 15 mila abitanti. Città a sinistra, provincia a destra, dunque? Si e
no.
Il centro-sinistra
ha vinto dove l’astensione è stata maggiore. Superiore al 50 per cento nelle cinque
maggiori città: Milano (53,3 per cento), Roma (53,0), Napoli (55,4), Torino
(53,7) e Bologna (50,1), a fronte di un’astensione nazionale del 45,3 per cento.
E nelle grandi città l’astensione è stata soprattutto “operaia”, nei quartieri
popolari. A Milano: Quarto Oggiaro 62,8 per cento (più 10,3 per cento sul
2016), Comasina 59,4 (+ 9,7), Bovisasca 58,7 (+ 10,5), Baggio 57,2 (+ 10,0). A
Torino: Vallette 64,8 (+9,8), Falchera 62,0 (+ 12,3), Mirafiori Sud 61,4
(12,3), Barriera di Milano 60,2 (10,8).
Consegue chiaro da
questi numeri anche che gli “operai” non votano Lega. La Lega alle amministrative
ha preso nelle grandi città – pur non tenendo conto di Napoli, dove non aveva presentato
liste – solo un quarto del voto ultimo alle Europee del 2019. Gli “operai” non
vanno a votare.
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