giovedì 4 novembre 2021

Gadda storico, comico

L'“ironia demoniaca” (© Citati?) del risvolto alla prima edizione Gadda esercita sui tre Luigi di Francia, il XIII, il XIV e il XV, insieme col gusto del pettegolezzo e il pessimismo della storia del duca di Saint-Simon, dal quale attinge i suoi aneddoti – Giulio Cattaneo, compagno di banco di Gadda alla Rai, lo attesta nel primo memoriale sull’Ingegnere, “Il gran Lombardo”: “Saint-Simon era uno dei suoi autori prediletti, e anche il cardinale De Retz”. Gadda si diverte a fare il Gadda, i Luigi di Francia sono comodo bersaglio per le frecciatine del suo scontento. Intrighi, splendori, genialità (Molière), squallori, gemme e malattie, passioni e odi, con condimento di veleni.
Marina Bertoldi riedita con notevole apparato un testo collazionato da Citati per Garzanti, in fretta nel 1964, a ridosso del successo del “Pasticciaccio”, inventariando l’enorme massa di inediti dell’Ingegnere, per sfruttare il successo finalmente di pubblico. Traduzioni per lo più, animate solo un poco da Gadda. E quel poco con scarsa perspicuità. La regalità e l’eleganza della corte dei Luigi – dopo Gadda, in questi ultimi sessant’anni, ben diversamente scandagliata, ma anche prima. Lo splendore della Montespan – a patto di non ricordarsene i ritratti. L’occhio vivace e l’intelligenza di Mazzarino. Il genio di Molière, naturalmente, contro venti e maree. La tristezza giovanile di Luigi XV – che però non sarà re libertino, procuratore di una notevole massa di testi licenziosi?
Saint-Simon amava i pettegolezzi, e Gadda ne fa tesoro. Il viso di Maria de’ Medici, la madre di Luigi XIII, tronfio, gioviale, soffuso di una “ombra di ocaggine”. Il francese di Mazzarino “di timbro siculo-romanesco”, e biascicato, al punto da trasformare “il «decreto di unione» (arrêt d’union)…in un arresto di cipolle: in un «arrêt d’oignons»”. Luigi XIII è malaticcio e detesta “di tutto il cuore il gentil sesso” - e com’è che riesce a dare alla Francia un “marmocchiaccio”? Luigi XIII, ancora lui, è un “falso Luigi”, figlio di un Orsini – ma allora Maria de’ Medici, la madre, non era proprio oca? Questa la dicevano gli Spagnoli, i nemici della Francia, ed è derivata da Michelet, “Histoire de France”, anch’essa in molti volumi come le “Memorie” del duca. Sempre in questa chiave, mater semper certa, pater nunquam, e sempre da Michelet, viene “Giacomo I d’Inghilterra, il figlio alquanto slombato di Maria Stuarda e del cantante Rizzio”. Quanto al Re Sole, “l’affermazione recisa, vigorosa della regalità coincide col ‘regno’ della Montespan. La mediocrità francese (dice uno storico francese) supera allora se stessa, raggiunge le altezze, le cime sconosciute” – con Montespan?
Sono testi compilati, per molti indizi, prima della guerra. La ripicca antifrancese è costante. “In Francia, la istituzione della camera ardente (è) creata a perseguire gli avvelenatori e le avvelenatrici” – “persone d’ogni ceto e d’ogni rango hanno avuto a che fare coi veleni, coi relativi processi”. Con una curiosa conclusione – dopo la “tragicommedia” delle tasse, dell’imposizione fiscale: l’opposizione alla monarchia nasce perché nessuno vuole pagare le tasse.
Anche l’amato Manzoni si era cimentato con la storia, dei Longobardi,  della Rivoluzione francese, ma con applicazione, sulle fonti, e la critica delle fonti. Questo Gadda è un cronista giornalistico, coscienzioso ma disimpegnato. “Gadda storico” era la fascetta inventata da Citati-Garzanti nel 1964, con l’aggiunta: “libro prezioso e divertente”.
Degne di nota le numerose tavole fuori testo, di personaggi, ambienti e situazioni, collazionate da Citati-Garzanti già alla prima edizione.
Carlo Emilio Gadda, I Luigi di Francia, Adelphi, pp. 305, ill. € 15

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