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Gualtieri nella spazzatura
Ma Gualtieri sa qual è il problema? Ieri era un mese che il professore, storico contemporaneista, già
ministro dell’Economia, è sindaco, e in questo mese la spazzatura non è stata mai ritirata. Nemmeno, vivendo in un
quartiere con la differenziata nei cassonetti, l’umido, che pure prende poco
spazio ed è il rifiuto più facile e produttivo da riciclare: il cassonetto è
strapieno, non “riceve” più, e l’umido puzza, e infetta. Il quartiere è piuttosto
disciplinato ma carta e cartoni bisogna tenerli in casa, e anche platica e
metalli: non solo i cassonetti sono ingombri ma anche gli spazi attorno.
Il neo sindaco in
un mese ha trovato solo il tempo per un regalo ai netturbini, il famoso premio
contro l’assenteismo, e questo è un cattivo presagio: fa capire che probabilmente il neo sindaco non ha capito nulla. Certo, un Comune si governa
facendo piuttosto che punendo, ma sempre con mano ferma. Fare in questo caso
significava e significa sfiduciare l’Ama, rinnovarne la gestione, e organizzare
i controlli. Non solo a Roma, ma in ogni città di ogni parte del mondo, i
controlli sono il cuore della buona amministrazione.
Il caso del sindaco
Marino, dello stesso partito di Gualtieri, sfiduciato e cacciato dal
Campidoglio con disonore (poi riabilitato, roba sovietica, nel 2020…) dai vigili
urbani di cui aveva tentato di controllare l’assenteismo e la corruzione, non
fa testo: Marino è stato cacciato dal suo stesso partito, che a Roma era pieno
di gente corrotta. Questo non dovrebbe essere più il caso ora – molti corrotti
sono stati snidati e condannati - e comunque non fa testo.
Un intellettuale sindaco
può trovare difficoltà a fare l’amministratore. A controllare le pratiche, i
carichi di lavoro, l’assenteismo, ed eventualmente altri abusi. L’altro intellettuale
sindaco di Roma, Argan, debuttò dicendosi soddisfatto se fosse riuscito a far
segnare il tempo agli orologi del Comune nelle piazze. Perlomeno è rimasto nel
(suo) ruolo. Ma aveva dietro un partito robusto e non corrotto, che lo
affiancava con gente robusta come Vetere e Petroselli, che gli sarebbero succeduti
– rinnovando la città, con le sue bellissime, malgrado tutto, periferie.
Gualtieri è persona mite, ma allora perché fa il sindaco, a Roma?
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