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lunedì 1 novembre 2021

Secondi pensieri - 461

zeulig


Anarchia – L’approdo di un liberalismo conseguente, secondo la migliore dottrina liberale, Constant e Croce compresi. Ma una configurazione diversa ne emerge con l’emergenza covid. È emersa con l’emergenza, ma già in atto, da qualche decennio, negli Usa, e quindi in Europa: la dittatura delle minoranze. La protezione dei diritti dei singoli che prescinde dal fatto specifico per imporsi come legge pe tutti. Che sia la razza o colore della pelle, il sesso, la lingua, come ora con la libertà di vaccinarsi, o anche di negare il virus. Una sovversione nel nome delle minoranze. Ma non nel  senso del diritto uguale per tutti, in quello della minoranza impositiva. È illogico che l’anarchia sfoci nel totalitarismo, e antistorico. Ma è un fatto.
 
Chiesa – È la prima democrazia. E lo resta, nell’organizzazione, nella cooptazione aperta. Col potere di nomina molto temperato, anche dal voto. Anche nella ricchezza e bellezza dei suoi templi. A condizione che siano sfoggiate – usate.
La democrazia nasce e si articola nella chiesa. E nella chiesa-tempio è assoluta: il ricco e il povero si costeggiano, dialogano nella preghiera, si affiancano nella comunione, eucaristica e parrocchiale, comunitaria: tutti uguali di fronte a Dio, al confessionale, nella pratica, pia e non. Ricchezza e bellezza sono a beneficio di tutti, e una consolazione e un sostegno per i poveri e i deboli.   
 
Dio – Nel credo giansenista si trova Dio soltanto quando si teme di averlo perduto: solo la disperazione conduce alla speranza. Una morale involontariamente consolatoria?
 
Felicità – È breve, e sempre “perduta”. Mario Soldati ottantenne (“Paseo de Gracia”) la identifica nella “Nona” di Beethoven, all’adagio molto, al cantabile, della tempesta che scema “sottovoce, con un fruscio unito e leggero, quasi un mormorio d’attesa”. Una sospensione? Una “melodia non sviluppata”, non più ripresa: “La udiamo due volte sole”, ripetuta “pari pari dagli strumentini come una lieve eco, un appunto segreto, un sacro pro-memoria”. E presto svanita: “Non ritorna più, nella musica, il breve cantabile della felicità perduta. Non ritorna più, nella vita, la felicità”.
 
Giansenismo – Il nucleo della dottrina di Giansenio è la predestinazione: anche dopo la venuta e il sacrificio di Cristo la grazia non è per ognuno, ma solo per i predestinati, coloro a cui Dio imperscrutabile concede la grazia – la fede cioè e la salvezza. In subordine, vengono in Giansenio il rigorismo morale, l’episcopalismo, e la Bibbia, con i Padri della chiesa.
Tutte le subordinate sono state assunte dalla chiesa romana post-conciliare. Adotterà anche la predestinazione?
 
Infinito – Il “cosiddetto infinito”, si dice, cioè “l’universo del possibile”. Cioè l’infinito. Il paradosso-pleonasmo è illustrato dallo scrittore Tabucchi nel saggio-conferenza “Chiardiluna” (ora in “Di tutto resta un poco”): “L’universo, assicurano (gli astrofisici), è una  materia prodotta da una scintilla primordiale: il Big Bang. In quanto materia, è in espansione nel nulla, e anche se è incommensurabile possiede un perimetro, cioè è finito. E se l’universo è finito, non c’è niente di infinito in lui a parte l’immaginazione umana  che ha saputo concepire il concetto di infinito. Il paradosso consiste nell’aver concepito l’idea dei numeri infiniti in matematica per misurare un universo finito in fisica”.
 
Lettura - È funzione “occidentale”, delle “religioni del libro”, islam compreso (dove la scuola è iniziazione al Libro). Nel culto indù non ci il “libro”, un testo scritto. Non si dà ai  fedeli, per lo più analfabeti, qualcosa da leggere o cantare. In Cina la scrittura è un mezzo estremamente selettico – specialistico, complesso – e quindi la lettura. Le biblioteche sono occidentali.
 
Pax Romana – O dell’imperialismo: il sogno (l’ideologia) dell’imperialismo: esportare, fare, la cultura degli altri, di ognuno, di tutti. In una linea di progresso, ad majora, nell’uguaglianza del diritto – in un situazione di diritto. Mutuata dall’impero romano, dall’uniformità di legge e linguaggio che per secoli si è (è stato) imposto nel mondo antico. Per poi alimentare, col Rinascimento nel Cinquecento, il principio dell’unità (Frances Yates, “Astraea”, il cui sottotitolo è “The Imperial Theme in the Sixteenth Century”). Al quale si era conformato il cristianesimo romano. Un principio, un’idea, risuscitata (riprodotta) contemporaneamente dagli imperi coloniali, della conquista come civilizzazione, o adesione-costrizione a un modello unitario di civiltà e cultura. Sotto la spinta inizialmente e la benedizione della chiesa.
La pax americana ne è l’ultima espressione? Fallita, anche se vincitrice, per l’americanizzazione del Vietnam, della Cina – non della Russia. Si dirà dell’America come della Grecia di Orazio, che conquistò Roma vittoriosa? Ma allora dopo averci provato con numerose guerre “di civiltà”, dopo l’instaurazione della stessa pax nel 1945, tutte perdute o quasi.  
 
Verità – È femmina – come il genere grammaticale greco-latino? Analizzando il percorso d’inveramento come quello della procreazione e la nascita – il parto.
Così è perlomeno in Platone, nello stesso “Simposio” che fa agire Socrate come maestro di verità.  Per il fatto stesso che il dialogo introduce Diotima di Mantinea, sacerdotessa straniera di cui Socrate, la voce cioè di Platone, sostiene di essere stato allievo. Allievo di una “maestra di verità” – l’unica donna (nome, personaggio) femminile della filosofia greca. Che la sua parte nel dialogo articola come metafora della gravidanza e del parto, le funzioni di cui la donna è unica detentrice. Funzioni maggiormente gravide (imponenti) nella classicità greca, che ne fa parte costituente del più ampio deinon femminile - il tremendo, oscuro, terrorizzante femmineo: la maternità come via alla verità mentre è lato oscuro – deinon – della femminilità. La verità che viene dall’oscurità è ossimoro facile, ma anche mito ricorrente – pregno, anche se di che cosa non si sa: mantiene vivo, aizza, lo spirito di ricerca, il domandarsi. Posto che il domandarsi sia ciò a cui si è ridotto, si deve ridurre, il pensiero. Sofia certo è femmina.


zeulig@antiit.eu 

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