Secondi pensieri - 461
zeulig
Anarchia – L’approdo di un
liberalismo conseguente, secondo la migliore dottrina liberale, Constant e
Croce compresi. Ma una configurazione diversa ne emerge con l’emergenza covid.
È emersa con l’emergenza, ma già in atto, da qualche decennio, negli Usa, e quindi in Europa: la dittatura delle
minoranze. La protezione dei diritti dei singoli che prescinde dal fatto
specifico per imporsi come legge pe tutti. Che sia la razza o colore della pelle,
il sesso, la lingua, come ora con la libertà di vaccinarsi, o anche di negare
il virus. Una sovversione nel nome delle minoranze. Ma non nel senso del diritto uguale per tutti, in quello
della minoranza impositiva. È illogico che l’anarchia sfoci nel totalitarismo,
e antistorico. Ma è un fatto.
Chiesa – È la prima
democrazia. E lo resta, nell’organizzazione, nella cooptazione aperta. Col
potere di nomina molto temperato, anche dal voto. Anche nella ricchezza e bellezza
dei suoi templi. A condizione che siano sfoggiate – usate.
La democrazia nasce e si articola nella chiesa. E nella chiesa-tempio
è assoluta: il ricco e il povero si costeggiano, dialogano nella preghiera, si
affiancano nella comunione, eucaristica e parrocchiale, comunitaria: tutti
uguali di fronte a Dio, al confessionale, nella pratica, pia e non. Ricchezza e
bellezza sono a beneficio di tutti, e una consolazione e un sostegno per i
poveri e i deboli.
Dio – Nel credo giansenista
si trova Dio soltanto quando si teme
di averlo perduto: solo la disperazione conduce alla speranza. Una morale
involontariamente consolatoria?
Felicità – È breve, e
sempre “perduta”. Mario Soldati ottantenne (“Paseo de Gracia”) la identifica
nella “Nona” di Beethoven, all’adagio
molto, al cantabile, della
tempesta che scema “sottovoce, con un
fruscio unito e leggero, quasi un mormorio d’attesa”. Una sospensione? Una
“melodia non sviluppata”, non più ripresa: “La udiamo due volte sole”, ripetuta
“pari pari dagli strumentini come una lieve eco, un appunto segreto, un sacro pro-memoria”.
E presto svanita: “Non ritorna più, nella musica, il breve cantabile della felicità perduta. Non ritorna più, nella vita, la
felicità”.
Giansenismo – Il nucleo
della dottrina di Giansenio è la predestinazione: anche dopo la venuta e il
sacrificio di Cristo la grazia non è per ognuno, ma solo per i predestinati, coloro
a cui Dio imperscrutabile concede la grazia – la fede cioè e la salvezza. In
subordine, vengono in Giansenio il rigorismo morale, l’episcopalismo, e la Bibbia,
con i Padri della chiesa.
Tutte le subordinate sono state assunte dalla chiesa romana post-conciliare.
Adotterà anche la predestinazione?
Infinito – Il “cosiddetto
infinito”, si dice, cioè “l’universo del possibile”. Cioè l’infinito. Il paradosso-pleonasmo
è illustrato dallo scrittore Tabucchi nel saggio-conferenza “Chiardiluna” (ora
in “Di tutto resta un poco”): “L’universo, assicurano (gli astrofisici), è
una materia prodotta da una scintilla primordiale:
il Big Bang. In quanto materia, è in espansione nel nulla, e anche se è incommensurabile
possiede un perimetro, cioè è finito. E se l’universo è finito, non c’è niente
di infinito in lui a parte l’immaginazione umana che ha saputo concepire il concetto di
infinito. Il paradosso consiste nell’aver concepito l’idea dei numeri infiniti in
matematica per misurare un universo finito in fisica”.
Lettura - È funzione
“occidentale”, delle “religioni del libro”, islam compreso (dove la scuola è
iniziazione al Libro). Nel culto indù non ci il “libro”, un testo scritto. Non
si dà ai fedeli, per lo più analfabeti,
qualcosa da leggere o cantare. In Cina la scrittura è un mezzo estremamente
selettico – specialistico, complesso – e quindi la lettura. Le biblioteche sono
occidentali.
Pax Romana – O
dell’imperialismo: il sogno (l’ideologia) dell’imperialismo: esportare, fare,
la cultura degli altri, di ognuno, di tutti. In una linea di progresso, ad majora, nell’uguaglianza del diritto
– in un situazione di diritto. Mutuata dall’impero romano, dall’uniformità di
legge e linguaggio che per secoli si è (è stato) imposto nel mondo antico. Per
poi alimentare, col Rinascimento nel Cinquecento, il principio dell’unità (Frances
Yates, “Astraea”, il cui sottotitolo è “The Imperial Theme in the Sixteenth
Century”). Al quale si era conformato il cristianesimo romano. Un principio,
un’idea, risuscitata (riprodotta) contemporaneamente dagli imperi coloniali,
della conquista come civilizzazione, o adesione-costrizione a un modello
unitario di civiltà e cultura. Sotto la spinta inizialmente e la benedizione
della chiesa.
La pax americana ne è
l’ultima espressione? Fallita, anche se vincitrice, per l’americanizzazione del
Vietnam, della Cina – non della Russia. Si dirà dell’America come della Grecia di
Orazio, che conquistò Roma vittoriosa? Ma allora dopo averci provato con
numerose guerre “di civiltà”, dopo l’instaurazione della stessa pax nel 1945, tutte perdute o quasi.
Verità – È femmina – come il genere
grammaticale greco-latino? Analizzando il percorso d’inveramento come quello della
procreazione e la nascita – il parto.
Così è perlomeno in Platone, nello stesso “Simposio” che fa agire
Socrate come maestro di verità. Per il
fatto stesso che il dialogo introduce Diotima di Mantinea, sacerdotessa
straniera di cui Socrate, la voce cioè di Platone, sostiene di essere stato allievo.
Allievo di una “maestra di verità” – l’unica donna (nome, personaggio) femminile
della filosofia greca. Che la sua parte nel dialogo articola come metafora della
gravidanza e del parto, le funzioni di cui la donna è unica detentrice.
Funzioni maggiormente gravide (imponenti) nella classicità greca, che ne fa
parte costituente del più ampio deinon
femminile - il tremendo, oscuro, terrorizzante femmineo: la maternità come via
alla verità mentre è lato oscuro – deinon
– della femminilità. La verità che viene dall’oscurità è ossimoro facile, ma
anche mito ricorrente – pregno, anche se di che cosa non si sa: mantiene vivo,
aizza, lo spirito di ricerca, il domandarsi. Posto che il domandarsi sia ciò a
cui si è ridotto, si deve ridurre, il pensiero. Sofia certo è femmina.
zeulig@antiit.eu
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