Appalti, fisco, abusi (212)
La provvigione di agenzia è in percentuale del premio Rca. Un incentivo
al “sinistro”? Specie tra assicurati della stessa società (si può denunciare un
sinistro portando a testimoni figli, amanti e disoccupati). A spese della società
assicuratrice ma a carico finale dell’assicurato. L’Ivass ha molto da farsi perdonare, l’Autorità di controllo sulle
assicurazioni.
La Rca aumenta sempre, anche in questi anni di pandemia. Aumenta a
caso. Senza controlli, da parte di un’Autorità che ha mille intrecci – di carriera
e perfino societari - col comparto che controlla. E senza indici di riferimento
- inflazione, costo del denaro. Veniamo da un ventennio di inflazione zero e
costo del denaro prossimo allo zero, e la Rca è raddoppiata. Sono aumentati i
sinistri? Anche in anni di pandemia, a circolazione forzosamente ridotta? E chi
controlla l’incidentalità?
Si dice: si può cambiare assicurazione, se una non dà affidamento.
Ma i parametri sono uguali per tutte le assicurazioni, che quindi diventano una
specie di carcere di massima sicurezza: impossibile evadere.
Le assicurazioni sono una sorta di esattore mafioso: privato cioè,
e fuori da ogni regola. La Rca è una sorta di pizzo: è imposta dalla legge, e
giustamente, ma senza un indirizzo applicativo, e determinata senza alcun
calcolo attuariale, come usava quando l’assicurazione era nell’interesse
pubblico, in un mercato concorrenziale.
La polizza è un “pizzo”. Non
contestabile, stante l’abituale disinteresse dei pubblici poteri – “chi ha paghi”:
proprio come avviene nei posti di mafia.
La mafiosità è moltiplicata dalla bancassurance. Che propone-impone
polizze a nessun effetto. Non molto care, 75 euro per l’assistenza legale, 100
per gli acquisti non rimborsati, anche solo 20 per la protezione sanitaria. Ma non rifiutabili: sono il pane della vita dei funzionari
bancari a cui dovete un minimo di attenzione.
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