sabato 18 dicembre 2021

Appalti, fisco, abusi (212)

La provvigione di agenzia è in percentuale del premio Rca. Un incentivo al “sinistro”? Specie tra assicurati della stessa società (si può denunciare un sinistro portando a testimoni figli, amanti e disoccupati). A spese della società assicuratrice ma a carico finale dell’assicurato. L’Ivass ha molto da farsi perdonare, l’Autorità di controllo sulle assicurazioni. 

La Rca aumenta sempre, anche in questi anni di pandemia. Aumenta a caso. Senza controlli, da parte di un’Autorità che ha mille intrecci – di carriera e perfino societari - col comparto che controlla. E senza indici di riferimento - inflazione, costo del denaro. Veniamo da un ventennio di inflazione zero e costo del denaro prossimo allo zero, e la Rca è raddoppiata. Sono aumentati i sinistri? Anche in anni di pandemia, a circolazione forzosamente ridotta? E chi controlla l’incidentalità?
 
Si dice: si può cambiare assicurazione, se una non dà affidamento. Ma i parametri sono uguali per tutte le assicurazioni, che quindi diventano una specie di carcere di massima sicurezza: impossibile evadere.
 
Le assicurazioni sono una sorta di esattore mafioso: privato cioè, e fuori da ogni regola. La Rca è una sorta di pizzo: è imposta dalla legge, e giustamente, ma senza un indirizzo applicativo, e determinata senza alcun calcolo attuariale, come usava quando l’assicurazione era nell’interesse pubblico, in un mercato concorrenziale.
La polizza è un “pizzo”.  Non contestabile, stante l’abituale disinteresse dei pubblici poteri – “chi ha paghi”: proprio come avviene nei posti di mafia.  
 
La mafiosità è moltiplicata dalla bancassurance. Che propone-impone polizze a nessun effetto. Non molto care, 75 euro per l’assistenza legale, 100 per gli acquisti non rimborsati, anche solo 20  per la protezione sanitaria. Ma non rifiutabili: sono il pane della vita dei funzionari bancari a cui dovete un minimo di attenzione.  

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