sabato 4 dicembre 2021

Cronache dell’altro mondo (151)

È misto lo sconcerto, e non molto diffuso, nella stampa americana per l’assassinio a freddo di Davide Giri, fuori del Morningside Park, a Harlem – e il successivo accoltellamento di Roberto Malaspina, poco lontano. E non per la personalità di Giri, anche se avvincente - gli assassinii sono cronaca quotidiana, gli Stati Uniti ne registrano dopo il Messico il più alto numero, in assoluto e in rapporto alla popolazione. Se ne parla con riserva per la personalità dell’assassino-feritore: per essere afroamericano, non psicopatico, benché con un gran numero di precedenti penali a soli 26 anni, e per fare parte di una banda di violenti senza scopi di lucro.
Il periodico “The Atlantic” attacca la Warner Bros, “società di produzione creata da ebrei”, perché affida una serie a Mel Gibson come regista. Gibson dicendo “notorio antisemita”, anzi un “Jew Hater”, un odiatore di ebrei - “antisemita è troppo blando”. Perché ha diretto e co-sceneggiato il film “La passione di Cristo”.
Il presidente Biden ripristina il controllo sull’immigrazione dal Sud, via Messico, istituto da Trump nel 2019, in accordo col governo messicano - l’accordo cosiddetto “Remain in Mexico”. Biden lo aveva cancellato appena assunta la presidenza, ma ha deciso di rinnovarlo. Gli immigrati di cui non è stata ancorta accertata l’identità, fra i 15 e i 20 mila, saranno espulsi verso il Messico.
“Remain in Mexico”, un accordo analogo a quello sottoscritto a suo tempo dal ministro dell’Interno Minniti col governo libico, finanziava il control locale sui flussi di immigrazione spontanea, e le operazioni di primo accertamento delle identità.
Anche nel caso dei campi per migranti in Messico, come della Libia, erano stati lamentati maltrattamenti – in Messico si è calcolato che 1.500 minorenni siano stati torturati e stuprati. L’amministrazione Biden li considera dossier politici, se non delle organizzazioni di sfruttamento dei migranti, volti a facilitare la libera immigrazione.   

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