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Il complotto di Ferragosto
Scandalo
Morisi in campagna elettorale, e poi archiviazione. La giustizia a orologeria,
la macchina giudiziaria del fango (ma c’è altra giustizia?) si è perfezionata,
non c’è che dire. Almeno ci fanno risparmiare qualcosa, in termini di
scartoffie e ore lavoro di Carabinieri e Finanza, senza più i processi
chilometrici di anni e gradi di giudizio.
È
curioso, ragionando di complottismo, trovarsene uno squadernato davanti. Ma le
cose succedono.
Molto
ben congegnato, peraltro, il plot di Ferragosto: il moralista che è un
riccastro, e un debosciato – paga le marchette cinquemila euro. Ma tanto più
preoccupante.
C’è
anche puzza di segreti nell’affare Morisi. I due prostituti rumeni che lo
accusano non erano confidenti? Sì. Non sono loro che hanno portato i
Carabinieri a casa di Morisi, in tempo reale?
Il
plot sembra anche un ceffone al
presidente del Copasir, il centro parlamentare che “sorveglia” i servizi
segreti, che è presieduto da un leghista, come Morisi, che aveva appena
rinviato ai mittenti le dimissioni, benché richieste con insistenza dai più.
Inquietante?
Da ridere, come voleva - l’Italia ha visto ben di peggio, bombe con morti,
molti morti, nemmeno tanto segreti.
La
giustizia politica però è sempre brutta.
Peggio, per dire, di Mussolini: quello si dichiarava, e anzi si esibiva, le
Procure invece si nascondono, anzi si negano, nel mentre che manipolano la vita
pubblica, e privata. Magari solo per un avanzamento, o una nota di merito
nella “cordata” – le cordate non le ha inventate Palamara.
Non
usano il manganello, né l’olio di ricino? Come no, bastano i social – è ben
passato un secolo, il progresso esiste, anche i giudici si aggiornano.
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