Il male è brutto, ma non ha faccia
Con
le immagini, con la co-sceneggiatura di Francesca Archibugi, e con Anna
Foglietta nei panni di Ilaria Capua, è la trasposizione del libello della virologa
Ilaria Capua sul processo che le fu intentato artificiosamente dalla Procura di
Roma per stroncarne l’attività di ricerca – molto promettente – e la carriera.
La scoperta di un vaccino contro l’influenza aviaria ha precipitato Ilaria
Capua sette anni fa, non un secolo fa, all’inferno. Fautrice dell’accesso
pubblico alle scoperte scientifiche, fu denunciata dalla Procura di Roma come trafficante
di vaccini: una vecchio dossier di anonimi del 2006, allora archiviato, fu
ripreso nel 2014, dopo che Capua si era candidata alla Camera, eletta, col partito
di Monti. Bisognava impedire che il partito di Monti prendesse piede? Niente è
da escludere, non c’è scenario che sfugga alle Procure, abilitate a distruggere
chiunque – “sono una sopravvissuta” dice di sé la studiosa, che ora lavora in
Texas – e non dare conto di niente a nessuno: non c’è mai stata polizia politica
così irresponsabile, anche a Beria la fecero pagare.
Costanza
Quadriglio sa come montare la suspense. E il personaggio si presta: giovane, attraente,
capace e fortunata, buttata all’improvviso fuori dalla torre. Ma un po’ di contesto
avrebbe giovato. Il budget, di questo come dei tanti docu-film che ora vanno,
non era probabilmente cospicuo. Ma ci sarebbe voluto poco, allargare la scena, personificare
le accuse, della Procura e di alcuni giornali. Il potere oscuro, falso e bugiardo,
non c’è bisogno di farne un film: una storia è una storia precisa, con la sua
verità storica, e non avrebbe guastato. Anzi. Della
Procura che ha promosso la distruzione non sappiamo nulla – lo sappiamo, hanno
fatto carriera, il capo Pignatone il papa lo ha fatto suo giudice, presiede
il Tribunale in Vaticano. E dei giornalisti? Un drammone, ne sarebbe venuto
fuori, non tiepidino.
Costanza
Quatriglio, Io, trafficante di virus
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