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Il Sessantotto della terza età
Cinquantenne,
ex bancario, pensionato baby, vive solo e rispettabile a Londra, Highgate, col
tosaerba, e con le dalie da annaffiare, ordinando di tanto in tanto qualcosa a Chicken,
il take away – dire rosticceria più non si può – del quartiere, sempre incerto
se corrispondere a una remota signorina, che vive in Sud Africa. Fino a che, al
funerale della madre, incontra la zia, sorella della defunta, che ha 75 anni ma
anche una vita tumultuosa, nella quale lo trascina, dapprima fino a Istanbul sull’Orient
Express, poi in Paraguay. Reduce da almeno tre amori assoluti, la zia ha ancora
un governante intimo, un gigante africano, e accudisce un traffichino Visconti,
ora in tardissima età.
Un
racconto allegro della terza età. In chiave sessantottina – in questo un caso
unico, non c’è altra narrazione che usi con altrettanta disinvoltura gli
ingredienti di quell’epoca: il “fumo”, il viaggio, anche a Katmandù, l’abbigliamento esagerato, l’Africa, l’America Latina dei caudillos
e delle rivoluzioni, il sesso
disinibito, la lettura delle foglie del tè e, in anticipo sui tempi, una chiesa
per i cani. La spia della Cia, altro ingrediente inevitabile in America Latina,
passa il tempo calcolando giorno per giorno l’ora e la durata delle minzioni:
“Passiamo più di una giornata l’anno a fare pipì” - di più quando, per esempio
col vento o con freddo, si beve più birra, ma la media è quella.
Con
la lettura sempre rinviata di Walter Scott, la preferita di papà, “Rob Roy”, un
po’ come in Italia si dice di Manzoni, dei “Promessi sposi”. Col tributo di
passata sempre a Stevenson, e a Wilkie Collins. La risalita del Paranà prende
anche qui molte pagine, come nel “Console onorario”. C’è la dittatura nel
Paraguay. E ci sono ci sono i criminali di guerra nazifascisti che circolano
nel triangolo, Argentina-Paraguay-Brasile. Uno di questi è il signor Visconti,
il grande ultimo amore della zia. E chi ha detto che la madre è sempre certa e
il padre no? Qui è il contrario.
Come
i numi tutelari Stevenson e Wilkie Collins, Graham Greene è scrittore
tumultuoso e veloce, e pure ripetitivo, anche se con ingredienti apparentemente
seri, messe e devozioni, guerre e guerriglie, adulteri, alcolismo, roulette russa. Il “segreto” dello scrittore liquidando
ironico in due mosse: trattare i propri personaggi senza misericordia, come Dickens
vuole, e destreggiarsi tra moglie e amante, come Dickens sapeva.
Graham
Greene, In viaggio con la zia,
Oscar, pp. 364 € 10
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